L'intervista

I sogni di Massimo Ranieri: «Non bastano mai»

NICOLA MORISCO

Lo showman: per contenerli tutti serve un armadio. Concerto oggi (ore 21) in piazza Duomo a Bisceglie

Cantante, attore, personaggio televisivo, giocoliere e showman italiano: Massimo Ranieri è quello che possiamo definire un vero artista. Capace di cambiare registro senza mai scalfire l’emozione del pubblico sia esso coinvolto in una canzone cosiddetta leggera, che dalle parole del grande William Shakespeare. Il 73enne Giovanni Calone, questo il suo vero nome all’anagrafe, continua ad incantare il pubblico con i suoi concerti. Lo farà con lo show «Tutti i sogni ancora in volo», oggi alle 21 in piazza Duomo, nei pressi della Cattedrale di San Giuseppe (Opera Don Uva), a Bisceglie per il Rush Summer Fest (info: 339.737.03.98).

Tra le tante canzoni in programma, ci sarà anche Lettera di là dal mare e bellissimi inediti scritti per Ranieri da alcuni grandi cantautori italiani tra i quali Pino Donaggio, Ivano Fossati, Bruno Lauzi, Giuliano Sangiorgi: canzoni che fanno parte del suo nuovo album, che ha lo stesso titolo dello spettacolo, con la produzione musicale di Gino Vannelli. In scena con Ranieri: Stefano Proietti (pianoforte), Giovanna Perna (tastiere e voce), Emanuele Ciampichetti (basso), Luca Trolli (batteria), Arnaldo Vacca (percussioni), Andrea Pistilli (chitarra), Tony Puja (violino e voce), Valentina Pinto (fiati), Max Filosi (sax) e Cristiana Polegri (voce e il sax).

Ranieri, i sogni sono presenti nel titolo dello spettacolo. Quanti ne ha ancora da realizzare e quanti vorrebbero che si realizzassero per l’intera umanità?

«Come ripeto nello spettacolo, a me non basta un cassetto per i miei sogni, perché ho bisogno di un armadio a quattro ante, anche perché “io sogno” non è diverso da “io sono”. Mai smettere di sognare, credo sia una prerogativa di ogni essere umano. Ecco uno dei sogni che non pensavo di realizzare è stata sicuramente la mia prima regia lirica: “La cavalleria rusticana” a Macerata, cui sono seguite tante altre. Come anche quello di pubblicare un album con brani inediti e arrangiati da un grande, che ammiro da sempre, Gino Vannelli. Un altro sogno tra i tanti è quello di portare in scena “Zio Vanja” di Anton Cechov, un autore che amo molto. All’umanità, invece, auguro un mondo di pace. Lo so forse è un’utopia, ma è l’unico vero importante sogno che tutti vorremmo si realizzasse».

In questo spettacolo c’è tutto Ranieri?

«Si nello spettacolo c’è tutto Ranieri: il cantante, l’attore, il regista, il comico e, ovviamente, ci sono tutti gli anni della mia lunga carriera con gli insegnamenti dei grandi maestri. Ma, soprattutto, c’è Giovanni Calone che dà la vera forza a Massimo Ranieri».

Le fa paura l’idea che l’intelligenza artificiale potrebbe sovvertire tante cose della nostra vita, compresa la musica?

«Il progresso non si può fermare, ma non credo possa avere una lunga vita, almeno come si presenta in questo momento. Ma posso sbagliare. Comunque sento che alla gente non piace sentir parlare o cantare qualsiasi persona pubblica con la voce di un altro. Forse in qualche situazione in campo industriale sarà utile, ma nella musica dubito questo possa servire».

Ci sono delle composizioni che ama particolarmente e che ha inserito nel suo repertorio?

«In “Tutti i sogni ancora in volo” ci sono brani che amo molto, quindi li ho inseriti perché ormai li sento miei e costantemente nelle mie corde come nel caso della canzone “La voce del silenzio” o “L’istrione”. Nell’ultimo album, ed esempio, ci sono brani che mi hanno regalato dei colleghi amici, tra queste ci sono anche anche diverse canzoni scritte da giovani autori. Credo molto nei giovani e mi piace il loro modo di scrivere sia le parole, sia le musiche».

La parola della canzone è diversa da quella recitata?

«Musicata o recitata, l’importante è che si dia importanza alla parola, dare il giusto significato e senza spendere aggettivi superlativi inutilmente».

Privacy Policy Cookie Policy