Il caso
Trani, abusi sulla nipotina: inflitti 10 anni di carcere
Ma la difesa dell’uomo insiste sull’infermità: «Non può averla violentata». Il pm aveva chiesto invece 14 anni. Non è stato riconosciuto il diritto alle provvisionali chiesto dai genitori della minore, costituitisi parte civile
TRANI - Dieci anni di carcere per aver violentato la nipotina di appena 9 anni. È questa la sentenza pronunciata ieri dal gup del Tribunale di Trani Anna Lidia Altamura nei confronti di un uomo di 69enne tranese, zio della vittima, accusato del reato di violenza sessuale aggravata e continuata. La pena è stata ridotta di quattro anni rispetto a quella invocata dal pubblico ministero Francesca Valerio: inoltre non è stato riconosciuto il diritto alle provvisionali chiesto dai genitori della minore, costituiti parte civile attraverso l’avvocato Silvia Consiglio, del centro antiviolenza.
L’uomo si trova ai domiciliari da diversi mesi, ma l’arresto risale ad un anno fa. L’inchiesta della Procura racconta di attenzioni particolari nei confronti della piccola da parte dell’anziano zio, con il quale spesso si trovava. L’uomo, solo e senza figli, pare che fosse solito aiutare economicamente la famiglia della bambina.
Secondo gli inquirenti, invece, regalie e vacanze sarebbero stati il pretesto per avvicinare ancora di più la piccola. I presunti abusi sarebbero stati commessi a volte di notte, quando la bambina si fermava a dormire in casa della nonna, oppure durante le vacanze trascorse in famiglia insieme allo zio.
L’inchiesta è stata avviata in seguito alla segnalazione della madre della minore: la donna avrebbe trovato fra i fogli della bambina una lettera, indirizzata a lei, in cui faceva riferimento ad un segreto. La minore è stata sentita il 13 febbraio scorso nel corso di un incidente probatorio, necessario per cristallizzare le sue dichiarazioni in vista di un eventuale processo: davanti al gip ed alla psicologa avrebbe confermato gli abusi. Nel maggio scorso la psicoterapeuta forense Lia Parente ha stabilito come le sue dichiarazioni fossero pienamente attendibili.
A pesare contro l’indagato anche la consulenza medica, che ha accertato come la piccola abbia subito rapporti sessuali.
L’anziano, dal canto suo, si proclama totalmente innocente.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Maurizio Altomare, ha tentato di scardinare l’impianto accusatorio sulla scorta di una serie di argomentazioni.
In primis, quella in base alla quale le dichiarazioni della minore non sarebbero state sufficientemente riscontrate.
Inoltre, il 69enne è affetto da una forma di disabilità relativa al funzionamento di una gamba: questa sua condizione – insieme con un altro problema fisico accertato da documentazione medica - avrebbe impedito la consumazione di un rapporto sessuale così come descritto dalla bambina.
Per conoscere quale sia stato il convincimento del giudice, bisognerà attendere 90 giorni, al termine dei quali saranno depositate le motivazioni.