Il caso
Trani, l'ascensore non funziona: disabile prigioniera in casa
Da tre settimane l'impianto è fuori servizio ma nessuno interviene: il calvario di Roberta e della sua famiglia
TRANI - Un calvario che dura ormai da venti giorni. Siamo in una palazzina nella zona nord di Trani.
Qui, al terzo piano, vive la famiglia Varnavà. Da quasi tre settimane, nonostante i solleciti all’impresa, l’ascensore non funziona e Roberta, 24 anni, affetta da ritardo psicomotorio e sindrome comiziale, non può uscire di casa.
Pochi giorni fa, il 15 luglio, è stato anche il suo compleanno, ma questa volta non è stato possibile festeggiarlo degnamente o comunque con amici all’aperto. L’ascensore fermo ha anche rovinato la vacanza in programma della famiglia Varnavà.
«Siamo dovuti partire dovendo utilizzare le scale per scendere - ha raccontato Sante, padre di Roberta -. Potete immaginare le difficoltà. Abbiamo dovuto scendere la carrozzina, nostra figlia e poi tutte le valige del viaggio. La conseguenza di tutto ciò è che ho rimediato una lombosciatalgia. Questo, ovviamente, ha rovinato la nostra vacanza perché io avevo bisogno di tornare a casa per le cure necessarie».
Un problema fisico che ha costretto la famiglia tranese a rientrare prima dalla fine delle vacanze, ma i disagi sono proseguiti riversandosi sulla quotidianità di Roberta poiché quell’ascensore non era stato ancora riparato.
«Ovviamente - ha sottolineato Sante - siamo in casa, la nostra ragazza non può vivere la sua quotidianità, non può vivere la stagione estiva ed evadere dalle mura di casa. Questo crea disagi anche dal punto di vista familiare perché una persona deve sempre rimanere qui per assisterla, l’altra deve occuparsi di questioni legate alla casa, e quindi uscire e fare acquisti vari. Nel 2023 non è possibile vivere ancora una situazione del genere. E’ una cosa che non ci consente di vivere degnamente».
Tutta la palazzina, compreso l’amministratore di condominio, si è attivata per dare sostegno alla famiglia Varnavà, cercando di sollecitare l’azienda responsabile dell’ascensore. Secondo quanto appreso, il componente danneggiato, e quindi da sostituire, sarebbe stato già montato.
Tuttavia, e qui nasce la beffa, risulterebbe non idoneo perché sprovvisto dell’aggiornamento necessario per il corretto funzionamento. L’ascensore continuerebbe dunque a bloccarsi.
Ma l’urgenza riguarda anche la salute stessa di Roberta. Un visita medica importante è stata già rinviata a causa di questa problematica.
«Dovevamo andare a Lecce, avevamo in programma da tempo una visita per delle cure dentarie. Noi abbiamo dovuto rimandarla - ha aggiunto Valeria, madre di Roberta -. Ovviamente in questo condizioni fisiche non possiamo salire e scendere ogni volta, abbiamo bisogno di questo ascensore. Seguire le cure di una persona con disabilità richiede un processo di forza fisica. Capite bene che così non possiamo andare avanti». I genitori di Roberta non chiedono pietà nei loro confronti, ma semplicemente vivere dignitosamente.
«Come famiglia noi non abbiamo bisogno di pietà - ha concluso la madre della giovane - ma che vengano garantiti quei diritti che ci permettono di vivere una vita come gli altri. Uscire, portare al mare Roberta, fare una passeggiata. Cose normali, insomma».