il disastro ferroviario

Strage dei treni fra Andria e Corato, il processo va a rilento

Davide Suriano

La sentenza sarà pronunciata non prima di giugno. I familiari delle vittime ancora aspettano

TRANI - Prosegue l’andamento a rilento del processo sul disastro ferroviario del 12 luglio 2016 sulla tratta ferroviaria fra Andria e Corato. Al momento si tornerà in aula il 31 maggio per completare la parte dedicata alle difese mentre a metà giugno sarà tempo di repliche di pm e parti civili. Poi la corte potrà riunirsi ed arrivare ad una sentenza.

E’ questa la strada, purtroppo ancora tortuosa, che porterà al primo grado di giudizio, davanti al Tribunale di Trani, del processo sulla scontro dei due trani di Ferrotramviaria di quasi sette anni fa, quando morirono 23 persone mentre altri 50 passeggeri rimasero feriti. Una strada tortuosa poiché come più volte raccontato si procede a strappi: dopo lo stop di gennaio e febbraio, le poche udienze a marzo ed un mese di aprile particolarmente intenso, si è tornati al fermo anche nel mese di maggio, fatta eccezione per l’ultimo giorno, il 31, quando si tornerà in aula per completare le arringhe delle difese, ed in particolare di quelle di Ferrotramviaria.

Poi ci sarà solo spazio alle controrepliche dei pubblici ministeri e delle parti civili prima che la corte possa riunirsi e prendersi il tempo necessario per la sentenza che ormai slitterà dopo l’estate e cioè ad oltre sette anni dalla tragedia ferroviaria. Nonostante qualche timore da parte delle famiglie delle vittime, al momento non si correrebbe il rischio che qualche reato importante possa incorrere in prescrizione ma, sicuramente, i tempi necessari per concludere un processo complesso e che ha prodotto oltre tre anni di udienze e 100 teste ascoltati, si sono dilatati parecchio, probabilmente troppo. Una materia ostica e complessa profondamente cambiata proprio a causa di quell’incidente ferroviario che rimarrà comunque nella memoria collettiva di numerose comunità.

Un disastro tristemente consegnato alla storia e che ancora oggi attende giustizia dopo quanto accaduto. Il rischio che alcuni reati possano andare in prescrizione prima di eventuali sentenze di condanna o assoluzione, certamente non rende sereni i famigliari delle 23 vittime dello scontro. Parenti che da sempre tengono viva la fiamma della giustizia con continue richieste di sollecito affinché si arrivi quanto prima alla verità ed alle eventuali responsabilità sull’accaduto. Ricordiamo che nel processo sul disastro ferroviario del 12 luglio 2016 sono 16 gli imputati (una sola la richiesta di assoluzione) oltre alla società Ferrotramviaria per cui i pubblici ministeri hanno chiesto la revoca delle autorizzazioni alla circolazione per un anno ed oltre un milione e mezzo tra sanzioni e confisca.

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