Il sito
Turismo archeologico, Trinitapoli ha deciso di puntare sugli ipogei
Si è rivelata una delle mete preferite dagli appassionati e dalle scolaresche provenienti da ogni parte d’Italia
TRINITAPOLI E’ in continua crescita il turismo archeologico a Trinitapoli, quale centro di eccellenza dell’ipogeismo internazionale. È ormai una delle mete preferite dagli appassionati di archeologia e dalle scolaresche provenienti da tutta Italia. All’interno del suo abitato, sono presenti, infatti, il Parco archeologico degli ipogei in via Mare e il Museo archeologico degli ipogei dei bronzi e degli avori, in via Marconi (da visitare in maniera combinata).
Il Parco Archeologico degli ipogei è un grandioso sito dell'età del Bronzo, risalente a oltre 3.700 anni. Per la sua estensione (oltre 5 ettari), la monumentalità delle strutture, la ricchezza dei reperti e, soprattutto, per importanza e valenza storica-culturale, è un unicum a livello mondiale, paragonabile a Stonehenge.
In circa 35 anni di scavi, iniziati il 27 marzo 1987, da parte dell’archeologa Anna Maria Tunzi, della Soprintendenza archeologia delle province di Barletta-Andria-Trani e Foggia, sono stati rinvenuti 15 ipogei. Definiti, alcuni minori (hanno un unico ambiente di forma circolare a cui si accede da un foro circolare, al centro della volta a botte) e altri monumentali. Quest’ultimi rappresentano una sorta di “Tempio-Grembo”. Le piante di questi ipogei ricordano, infatti, con forme fortemente evocative, le parti del corpo femminile connesse all’apparato riproduttivo.
L’ipogeo riproduce sostanzialmente il grembo materno: tempio della vita dedicato a Demetra, la dea della madre terra, alla quale venivano offerti in sacrificio palchi di cervi, cinghiali e maialini bruciati con legna e paglia. La struttura ipogeica si articola in dromos che immette nella terra; stomion uno stretto corridoio, come il canale del parto, difficoltoso da percorrere. Infine, la grande sala del culto, vero e proprio grembo dove si celebravano, in momenti specifici dell’anno agrario, rituali connessi alla fertilità e ai cicli della vita e della morte. Gli stessi ipogei, successivamente, sono serviti alla sepoltura collettiva di individui, in particolare un ipogeo monumentale lungo 20 metri circa, il cosiddetto ipogeo dei Bronzi. Al suo interno fu ritrovato il corredo più celebre e suggestivo, quello della “Signora delle Ambre”.
A seguito di lavori edilizi poi la scoperta dell’ipogeo degli Avori, dei Fermatrecce (il più imponente), del Guardiano, del Gigante (perché le oltre 200 inumazioni (adulti e bambini di ambo i sessi) presentavano una statura di gran lunga superiore alla media del tempo), e diversi altri ipogei, non meno importanti. Le sepolture di guerrieri presentavano un corredo funerario molto ricco, costituito da spade, pugnali, punte di freccia, rasoi, borchie, cinture in cuoio, anelli e saltaleoni. Le deposizioni femminili erano adorne di gioielli e monili in bronzo: anelli, pendagli, orecchini, spilloni, collane, bracciali a cui si aggiungevano collane e monili in pasta vitrea e di ambra. Diffusa, anche, la presenza di ceramica.
Tutti i reperti provenienti dagli scavi sono stati allestiti presso il Museo monotematico degli ipogei, in via Marconi, dalla direttrice scientifica, Anna Maria Tunzi. Si tratta di materiali di prestigio, appartenenti agli arredi funerari delle élite dell'Età del Bronzo: pugnali in bronzo, vasi, avorio, ambra, collane, monili, ceramica provenienti dal Baltico, scambiati con le risorse del luogo, soprattutto il sale.
Di notevole importanza il rinvenimento della collana della Signora delle Ambre e di due statuette in avorio, di pregevole fattura, facenti parte del corredo di un guerriero di alto rango sociale. I due oggetti, di provenienza micenea, risalenti al XV secolo avanti Cristo, rappresentano una figura umana con la testa taurina, smontabile, e un cinghiale che esprimono una simbologia fallica.
Parco e Museo sono gestiti dall’Associazione Tautor, guidata dall’archeologa Mariangela Lo Zupone. Aperto giovedì e domenica dalle ore 17 alle 20; dalle 10-13 solo su prenotazione; martedì e mercoledì solo su prenotazione, tel. 349.1641909.