L'allarme

Barletta, l’orrore nell’ex distilleria-discarica

Giuseppe Dimiccoli

Cumuli di rifiuti di ogni genere come ricovero di fortuna di poveri disperati

BARLETTA - Le strade, si fa per dire, sono ben delineate. Si «snodano» tra l’erba bassa. I sentieri di accesso sono tre. Tutti «sboccano» in corrispondenza di un vero e proprio buco presente sul muro laterale dello stabile - a voler usare un gentile eufemismo - del rudere della vecchia distilleria. Quella che raccontiamo è una storia che deve interrogare tutti. Amministratori prima di tutto. Ma anche i cittadini. Del resto la Gazzetta, già dal 2015, ha scritto che la fabbrica dismessa di Barletta è sempre un ricovero molto pericoloso – tra poco spiegheremo meglio – per numerosi immigrati. E non solo. Un luogo, o meglio un non luogo, adiacente al distaccamento provinciale della Protezione civile della Regione Puglia e alla sede amministrativa del comando provinciale dei Vigili del fuoco della Bat, ubicati all'interno dell'Orto Botanico, già denominato «Morto botanico». Una beffa. Ma vi è altro: da lì transitano ogni giorno tantissimi cittadini che si spostano da via Vittorio Veneto a Viale Marconi. E viceversa. Qualcuno guarda. Ma poi gira la testa. Come per quello che accade nella ex stazione della teleferica a Ponente al pari del retro della vecchia anagrafe di Barletta di via Cialdini. Posti che rimangono invisibili. Ora, però, ritorniamo alla porta di ingresso creato sulla parete laterale. Visibilissimo. Per i bambini, nella migliore e pericolosa delle occasioni, una ghiotta occasione di esplorazione. Per delinquenti un posto dove effettuare traffici loschi. Osservate le fotografie che pubblichiamo. Questo e tanto altro è presente all'interno della ex distilleria. Una vera e propria discarica. Si trova di tutto. Anzi di più. Anche le tende, per chi sta più comodo, per dormire. Giacigli di fortuna coperti con teli di plastica. Le condizioni igenico sanitarie sono pessime. Anzi di più. Sono ancora scolpite nella memoria del vostro cronista che vi è entrato. I cumuli dei rifiuti sono alti. Se dovessero prendere fuoco sarebbe un vero e proprio disastro. Umano e ambientale. Ma per i disperati è pur sempre un tetto.

Insomma quel particolare esempio di architettura industriale, risalente ai primi del Novecento continua ad essere un cattedrale nel deserto urbano di Barletta – abbellito solo da grovigli di lamiere arrugginite, ruderi e selvaggia vegetazione, che ospita esseri umani.

Fino a quando tutto questo? Speriamo che non si decida di intervenire dopo l'ennesima tragedia mortale. Intanto i rifiuti aumentano.

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