IL FOCUS

Ma quella di Barletta, Andria, Trani non è una Provincia per giovani

Nico Aurora

L'indagine del Sole24Ore: i dieci comuni del nord barese sono in posizione 106 e precedono soltanto il Sud Sardegna

Le città della provincia di Barletta-Andria-Trani sono prese d’assalto dai giovani, soprattutto con riferimento a quelle che propongono loro locali al passo con le esigenze della movida. Ma la stessa Bat non risulta quasi per nulla un territorio per giovani: infatti, nel nuovo rapporto settoriale del Sole24ore sulla qualità della vita, con riferimento a quella delle generazioni (bambini da zero a 10 anni, giovani da 18 a 35 e anziani da 65 in su), la Bat risulta penultima in Italia in quella dei giovani, retrocedendo anche di una posizione rispetto allo scorso anno.

I dieci comuni del nord barese sono in posizione 106 e precedono soltanto il Sud Sardegna, ma sono praticamente fanalino di coda di un’Italia giovanile al cui vertice spicca l’Emilia Romagna rispettivamente con Piacenza Ferrara e Ravenna.
Per figurare penultima (373,9 punti a fronte dei 590 della capolista Piacenza) la Bat risulta indietro un po’ su tutte le voci specifiche della categoria, ma soprattutto è ufficialmente ultima in Italia fra le province che abbiano imprese che fanno e-commerce: infatti, appena il 13,7 per cento, su un totale di quelle registrate, si dedica alla vendita on-line di prodotti e questo rende davvero poco o per nulla competitivo il territorio.

Per quanto concerne gli altri undici indicatori, la Bat non è mai negli ultimi tre posti, ma i piazzamenti sono modesti e concorrono a determinare il poco invidiabile penultimo posto generale. Gli altri parametri sono i seguenti: laureati fra 25 e 39 anni; quoziente di nuzialità con matrimoni celebrati ogni 1000 residenti; tasso di occupazione giovanile in percentuale fra 15 e 34 anni; età media al primo parto delle madri; saldo migratorio totale, vale a dire la differenza tra iscritti e cancellati dai registri anagrafici per cambio di residenza ogni mille abitanti; metri quadrati di aree sportive all’aperto per residente nei comuni capoluogo; imprese che abbiano un titolare al di sotto dei 35 anni; bar e discoteche gestite da residenti fra i 18 e 35 anni; canoni medi di locazione; divario degli affitti fra centro e periferia; amministratori comunali con meno di 40 anni.
Le spie erano arrivate già dal report generale di fine 2021 sulla qualità della vita in Italia. In quel caso, oltre il già notorio, triste primato dei furti d’auto e della scarsa percezione di sicurezza, era emerso che, di 107 province, la Bat è relegata alla posizione 105 per la presenza di imprese straniere, appena 3 ogni 100 registrate. Male anche per le «home and corporate banking», appannaggio di appena 62 cittadini su 1000 abitanti, con conseguente posizione 103. Stessa piazza per la qualità della vita delle donne, un indice a sua volta determinato fra dodici parametri.

Evidentemente, proprio l’offerta quasi monocorde di locali riconducibili alla movida rende sempre più bassa la richiesta di alternative per quanto riguarda i luoghi di socializzazione. E poi anche i dati sulla disoccupazione giovanile e la tendenza a partire per il nord per cercare lavoro sembrano confermare la precarietà dell’attuale assetto economico del territorio, e probabilmente su una debolezza strutturale che sembra riguardare anche lo stesso settore trainante per il richiamo giovanile rappresentato da ristorazione ed intrattenimento.

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