L'evento
Barletta, la National Chamber Orchestra Kiev Soloist incanta il Curci
Messaggi di pace dagli orchestrali e dall’oboista Francesco Di Rosa
BARLETTA - “Non potevamo immaginare che le forze russe avrebbero puntato Kiev e le città principali, invece è successo. Fare musica in queste condizioni è molto difficile, ma al momento non abbiamo alternative. Vogliamo, allora, onorare questo impegno raccogliendo tutte le nostre forze e mettendo tutto il nostro cuore in ogni nota di questo concerto. Suoneremo per i nostri familiari, per voi e tutto il popolo ucraino che sta soffrendo. Vogliamo, attraverso la musica, lanciare un messaggio di pace e condividere la speranza e l’auspicio che questa guerra si fermi immediatamente”.
Il pubblico del Curci di Barletta ascolta con attenzione e accoglie con un fragoroso applauso la lettura, affidata all’oboista Francesco Di Rosa, di un comunicato che sintetizza l’angoscia, lo stato d’animo e la tensione dei musicisti della National Chamber Orchestra “Kiev Soloist”, immensamente preoccupati per i familiari e per le sorti dell’Ucraina dopo gli attacchi e l’avanzata da parte della Russia.
Sul palco del Curci non si affilano le armi, si affilano violini, violoncelli, contrabbassi. Archi di pace, solidarietà e condivisione per un popolo che soffre, per gli orchestrali che giunti in Italia hanno ricevuto, come uno tsunami, la pessima notizia della guerra.
La prima tappa del tour è stata al teatro La Perla di Montegranaro, nelle Marche, città natale del famoso oboista internazionale Francesco Di Rosa impegnato con l’ensemble ucraina per il concerto “Da Albinoni a Nino Rota”. Poi la data di Barletta per l’evento organizzato dall’Associazione Cultura e Musica Curci (Direttore Artistico Francesco Monopoli), con il Comune di Barletta, il Ministero della Cultura e la Regione Puglia. Lunedì 28 febbraio di scena in Abruzzo, a Teramo, e a seguire Bari (mercoledì 2 Marzo), Fasano, Pescara, Campobasso, Sulmona, Vasto.
Migliaia di chilometri separano gli orchestrali dai loro cari, dalle loro case. “Quando sono arrivati in Italia – dice Angelo Taddeo General Manager della National Chamber Orchestra Kiev Soloist - si respirava tensione, ma non ancora l’asfissiante atmosfera della guerra e dei bombardamenti. Con gli aeroporti chiusi non si poteva tornare indietro. I musicisti si tengono in contatto con i familiari, con gli amici. Hanno sempre il telefonino in mano, lo sostituiscono con gli strumenti prima di suonare”.
Yurii Stopin, primo violino, non nasconde la sua inquietudine, i suoi timori e il suo dolore per quanto sta succedendo nella sua terra. Abita vicino Kiev, ha tre figli. “Il primo ha 18 anni – afferma – il secondo 8 anni e il più piccolo solo un anno. I miei cari sono tutti impauriti. Ma la popolazione ha la grande motivazione di mantenere la libertà”. Yurii nutre poca fiducia nella diplomazia internazionale. Frasi sintetiche, tradotte da Francesco Monopoli. Introducendo il concerto, il direttore artistico evidenzia l’affettuosità del pubblico barlettano e gli obiettivi precipui dell’Associazione Curci da sempre promotrice e portavoce di pace con la messa a punto dei concorsi musicali internazionali. Significativo anche il saluto pervenuto dal Commissario Straordinario del Comune di Barletta Francesco Alecci che plaudendo la presenza dei prestigiosi musicisti, segnati da angosce, esalta il ruolo dell’arte che crea e non distrugge.
L’inno ucraino scandisce l’inizio del concerto che si rivela fin dalle prime note di una straordinaria qualità. Ammirevole e indescrivibile la concentrazione e il talento degli orchestrali che accompagnati dall’oboista Francesco Di Rosa (1° oboe nell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia) eseguono brani di Myroslav Skoryk, Tommaso Albinoni, Maxim Berezovsky, Antonio Vivaldi, Nino Rota e del compositore abruzzese Raffaele Bellafronte. Nativo di Vasto, classe 1961, riferisce, durante la nostra intervista, che le istituzioni della sua città sono pronte ad accogliere gli orchestrali impossibilitati a rientrare in Ucraina.
Le note sembrano lenire le angosce, i turbamenti e le ferite si intrecciano con il linguaggio delle emozioni e della speranza: è la funzione terapeutica della musica che unisce e non divide. Profonda dedizione, massimo impegno in una dimensione universale di umanità e umanesimo. Nel programma della serata anche brani di Morricone (The Mission – Gabriel’s Oboe) e Mozart (Il flauto magico).