Il caso

«Casa di riposo con porte sbarrate a Barletta, intervenga il prefetto»

Rino Daloiso

Il braccio di ferro Pd-5 Stelle consolida la chiusura

BARLETTA - più conferma la circostanza che vede la Casa di riposo o Azienda di servizi alla persona Regina Margherita al centro di una contesa fra pezzi della maggioranza che regge il governo della nostra regione». Torna all’attacco Franco Corcella, fino ad alcuni mesi fa segretario della Camera del lavoro- Cgil, a Barletta, e lancia un appello al prefetto di Barletta, Andria, Trani, Maurizio Valiante. «La vicenda - sottolinea - vede contrapposti il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle. Segnatamente, da un lato, la parte che fa capo al capogruppo regionale del Partito democratico, Filippo Caracciolo, dall’altra il Movimento 5 Stelle con l’assessora regionale al Welfare Rosa Barone, nominata nell’esecutivo alla fine dello scorso gennaio dal governatore Michele Emiliano». Il braccio di ferro del commissariamento pluriannunciato va avanti da settimane, se non da mesi, ma nessuno fino ad ora è stato in grado di vincere e chiudere la partita. Come si ricorderà, la Casa di riposo Regina Margherita è chiusa dallo scorso 16 settembre 2015: ad oggi, sono 2.100 giorni di porte sbarrate. I lavori di ristrutturazione, invece, sono stati conclusi il 31 luglio del 2018, vale a dire 1.041 giorni fa. Dopo un iter farraginoso e rocambolesco, il 18 nel marzo 2019, la Giunta regionale nomina finalmente il presidente del consiglio di aministrazione della Casa di riposo. Il 18 ottobre dello stesso 2019 il Consiglio comunale di Barletta riesce ad eleggere i suoi quattro rappresentanti nel cda, ma presidente e consiglieri di amministrazione non riescono a nominare il direttore generale che dovrebbe rimettere in moto il motore inceppato della gestione. Il 19 ottobre 2020 il presidente dell’Azienda di servizi alla persona getta la spugna. Il 22 aprile scorso l’as - sessora Barone in un incontro via web ribadisce a sindacalisti e prefetto: «Il commissariamento della struttura paralizzata è alle porte». Ma non succede alcunché. «Il signor prefetto - fa presente Corcella - a questo punto, farebbe bene a chiedere conto, con determinazione e in modo ufficiale, agli organi istituzionali della Regione Puglia, quale sia sia lo stato dell'arte della definizione delle decisioni e degli adempimenti più volte sbandierati.

Il caso dell’Azienda di servizi alla persona inoperosa rappresenta da lungo tempo un indecoroso spettacolo politico- amministrativo e un pessimo esempio di “abbandono” di una bell’e pronta struttura pubblica di grandissima utilità sociale, che toglierebbe dalle mani di qualsiasi forma di speculazione monopolistica imprenditoriale privata il grande ed attualissimo tema dell’assistenza in favore della nostra popolazione anziana ». «Senza tralasciare assolutamente - conclude Corcella - una approfondita valutazione sull’esistenza di elementi e condizioni che potrebbero indurre ad un coinvolgimento della magistratura contabile per gli aspetti propriamente finanziari e gestionali della vicenda. Che si faccia attenzione, ma davvero e da parte di tutti. Mentre la parte pubblica continua a decidere di non decidere, grandi spazi e opportunitàsi sono aperti per i privati. È ancora tollerabile tutto ciò?».

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