Il caso

L'allarme del procuratore Nitti: «La Bat è preda delle mafie»

Nico Aurora

«Istituzioni deboli, pesano gli scandali dei magistrati»

Trani - Un’analisi lucida e spietata, partendo da dati inconfutabili per arrivare a porre in risalto le grosse lacune che il territorio da tempo si trascina. E non manca lo spazio pure per l’autocritica, perché non basta invocare interventi presso gli altri, ma serve anche essere, per primi da questa parte della barricata, «credibili».
Questo il senso che sembra pervadere il documento-sfogo del procuratore di Trani, Renato Nitti, sulla criminalità della Provincia di Barletta-Andria-Trani, da lui testualmente definita «depredata dalle mafie e ignorata dall’azienda nazionale» e sugli scenari istituzionali e sociali ad essa concatenati.
A capo dell’Ufficio di Palazzo Torres dal 31 marzo 2020, Nitti sembra spingersi in un bilancio annuale della sua attività in un territorio che, dati alla mano, è primo in Italia per furti di auto, terzo per gli omicidi volontari, quarto per i tentati omicidi, tra i primi dieci per rapine in abitazione, estorsioni e, più in generale, infiltrazioni criminali.
Ma mentre Bari e Foggia hanno le Direzioni distrettuali antimafia, nella Bat mancano tuttora Questura e Comandi provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza. Gli apporti di polizia giudiziaria da Bari e Foggia sono encomiabili ma non bastano, mentre dalle stesse aree confinanti le mafie hanno allungato le mani su una Bat troppo fragile, e proprio in quanto tale «depredata anche delle sue proprie, esclusive istituzioni provinciali di contrasto alla criminalità». L’unica voce che può occuparsi esclusivamente della Bat è la Prefettura di Barletta, che Nitti definisce «particolarmente sensibile al contrasto della criminalità».

Ne consegue un diffuso senso di impunità che nasce da una percezione di debolezza delle istituzioni, «che si manifesta in numerosi episodi di attentati – richiama Nitti -, anche mediante ordigni esplosivi, contro le forze dell’ordine e, in generale, rappresentanti delle istituzioni. E ciascuno di questi episodi, a sua volta, produce un impatto devastante sulla fiducia nelle istituzioni e finisce per incentivare e moltiplicare comportamenti analoghi».
Non manca infine, per la prima volta da quando è a Trani, il commento del procuratore a quello che definisce «vulnus alla autorevolezza dell’autorità giurisdizionale, cagionato dagli scandali che, con eco mediatica nazionale, hanno riguardato una parte della magistratura locale. Questa eco, comprensibilmente, ha indebolito la difficilissima azione della prevalente, restante parte della magistratura, il cui impegno risulta così ancora più difficile, scomodo, in perenne debito di ossigeno, l’ossigeno della credibilità. Tale debolezza delle istituzioni - la c onclusione - non passa inosservata, ma è percepita dalla criminalità».

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