Al parco delle tufare
Trani, «l’impresa ha taciuto l’interdittiva antimafia, il contratto ora è sciolto»
«Non può giustificarsi in alcun modo il comportamento tenuto dal consorzio nel non avere tempestivamente comunicato la notizia»
TRANI - Non può giustificarsi in alcun modo il comportamento tenuto dal consorzio nel non avere tempestivamente notiziato il Comune di Trani della vicenda, venendo così meno al principio della correttezza e buona fede, inducendo conseguentemente l’ufficio in errore per non avere potuto avviare, le previste procedure risolutorie del contratto».
Così il dirigente dell’Area lavori pubblici, Luigi Puzziferri, determinando la risoluzione del contratto con il Consorzio stabile Ebg, di Bologna, impresa esecutrice del parco di via delle Teufare, per presunte infiltrazioni mafiose.
Ad affermarlo è il Tar di Bologna, con sentenza pubblicata il 18 gennaio 2021, con la quale è stato rigettato il ricorso presentato da quella società avverso il provvedimento della Prefettura felsinea di interdizione del consorzio dalla attività: per i giudici amministrativi emiliani «sussistono numerosi, consistenti e rilevanti elementi che dimostrano, secondo il principio del “più probabile che non“, che il Consorzio stabile Ebg group è operatore economico soggetto a pericolo di condizionamento da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso».
La vicenda, a questo punto, si è ribaltata pesantemente proprio su Trani, dove il Consorzio stabile Ebg è, o forse meglio dire è stata, insieme con la consorziata esecutrice Gecos, di Andria, l’impresa esecutrice del parco di via delle Tufare, una delle nuove aree pubbliche del quartiere Sant’Angelo, aggiudicandosi i lavori per poco meno di 730mila euro su un importo a base d’asta di 790mila.
La risoluzione del contratto giunge quando il parco pareva ormai completato, sebbene fossero stati determinati lavori di supplementari di ampliamento dei servizi stessi, rischiando così di aggiungersi all’elenco delle numerose incompiute cittadine.
E adesso l’Ufficio tecnico dovrà attivare «tutte le iniziative necessarie e previste dalla vigente normativa per liberare l’area di cantiere e recuperare dalla ditta appaltatrice i danni subiti conseguenti e connessi con la disposta risoluzione del contratto, con incameramento delle polizze fideiussorie».
«Spiace tanto perché eravamo quasi nella fase finale dell’intervento - commenta il sindaco, Amedeo Bottaro -, ma di fronte a queste cose non potevano se non osservare scrupolosamente le norme di legge per cui risoluzione. Adesso faremo velocemente lo stato di consistenza dei lavori e l’affidamento delle ultime lavorazioni ad altra ditta, sempre secondo l’evidenza pubblica, utilizzando il Mercato elettronico della pubblica amministrazione. Ho chiesto al dirigente di correre il più velocemente possibile, ma è chiaro che questo rappresenta un freno rispetto ad un parco che oramai poteva già dirsi pronto per essere inaugurato».
«Un parco illuminato il 25 novembre 2020 con filmato ed effetti speciali - commenta a sua volta l’ex consigliere comunale Maria Grazia Cinquepalmi -, con lavori già in buona parte liquidati ad una società destinataria di informazione antimafia interdittiva. Dodicimila metri quadrati abbandonati all’incuria e al degrado per un parco pieno di erbacce, con alberi piantati da poco, ma già sofferenti ed alcuni morti. Nel frattempo il Comune continua a pubblicare bandi in un clima di rassegnazione cui molti cittadini si sono purtroppo abituati».