La riqualificazione

Trani, una pietra «a cuore» per la rinascita

Nico Aurora

La cerimonia per il via al recupero dell’area dell’ex ristorante «La Vela»

TRANI -  Il lido si chiamerà «Sunflower», esattamente come la società concessionaria dell’area demaniale. Il ristorante ex La vela un nuovo nome ancora non ce l’ha, ma qualcuno ieri mattina ha suggerito, fra il serio e il faceto, di ridenominarlo «Cuore di Puglia», parafrasando il nome dell’attività del titolare della concessione, Giuseppe Fiore, con riferimento alla forma della prima pietra collocata ieri sul luogo.

Infatti quel pezzo di muretto, peraltro staccato con altri durante alcuni lavori preliminari eseguiti il pomeriggio precedente, ha proprio la forma di un cuore ed è stato scelto casualmente, ma con una forte valenza simbolica che richiamano amore e passione per quello che si fa e per la città in cui si opera, come pietra angolare su cui sorgerà il nuovo insediamento. Dunque ieri mattina, alla presenza dai già citato Giuseppe Fiore, di suo figlio Tommaso, del parroco dello Spirito Santo, don Mimmo Gramegna, del sindaco uscente, Amedeo Bottaro, e del consigliere regionale uscente, Ruggiero Mennea, vi sono state la posa e benedizione della prima pietra di una struttura che si estenderà su oltre 2500 metri quadrati, costituita da lido, ristorante e lounge bar, accessibile a tutti e con i servizi a pagamento. Sarà inaugurata entro la prossima estate e i lavori inizieranno nei prossimi giorni, consegnando alla città un bene riqualificato che migliorerà notevolmente l’aspetto paesaggistico già in parte recuperato con la demolizione del rustico del vecchio ristorante.

«Sarà una struttura privata, ma un bene comune per tutti i cittadini - ha spiegato Tommaso Fiore -. L’amministrazione ha svolto un ruolo importante per sbloccare la procedura impantanata da tanti anni ed è sotto gli occhi di tutti in fatto che la città stia progredendo in ambito turistico. Noi vogliamo fare qualcosa di serio e restituire a Trani questo tratto di costa con cui speriamo di ridare lustro alla zona e alla città».

E l’imprenditore richiama, a questo proposito, l’insolito rapporto affettivo instauratosi con parte della popolazione, che si era sentita privare di qualcosa che sentiva come sue: «Non avete neanche idea di quante persone per tutto questo tempo - fa sapere Fiore -, soprattutto residenti in zona, abbiano ripetutamente fermato mio padre ed il sottoscritto per chiederci che intenzioni avessimo per recuperare questo luogo degradato. A tutti abbiamo risposto soltanto di avere pazienza, perché avevamo la ferma intenzione di ripartire superando tutti gli ostacoli che si erano frapposti sul nostro percorso: alla fine ci siamo riusciti»

Il dirigente dell’Area urbanistica, Francesco Gianferrini, che ha raccolto e portato a termine il lavoro del suo predecessore, Michele Stasi, ha illustrato il criterio che ha guidato l’amministrazione comunale in questa ed altre scelte paesaggistiche sul mare: «La filosofia non può che avere la stella cometa del rispetto delle norme - spiega -, in piena sinergia con le altre istituzioni che si occupano della tutela del mare e delle aree connesse. In questo modo agevoliamo il percorso dei progetti tentando di fare perdere il meno tempo possibile. Si tratta di strutture amovibili che potranno essere, all’occorrenza, reversibili e rimosse senza che questo determini una trasformazione del territorio definitiva».

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