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Scontro treni ad Andria, processo riprende in oratorio: depone poliziotto

 
Redazione on line

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scontro tra treni

Quattro anni fa morirono 23 persone e rimasero ferite altre 51.

Mercoledì 17 Giugno 2020, 15:21

E’ ripreso dopo quattro mesi - eccezionalmente nell’auditorium dell’oratorio di Andria per consentire il distanziamento sanitario - il processo sul disastro ferroviario che il 12 luglio 2016, nello scontro tra due treni Ferrotramviaria sulla tratta tra Andria e Corato, causò la morte di 23 persone e il ferimento di altri 51 passeggeri.

Fino a febbraio il processo, nel quale sono imputate la società Ferrotramviaria e 17 persone fisiche (dipendenti e dirigenti dell’azienda pugliese di trasporti e del Ministero delle Infrastrutture), si era celebrato nell’aula bunker del carcere di Trani e poi nell’aula della Corte di Assise di Trani.

Il lockdown ha sospeso per mesi i processi senza imputati detenuti, e molti continuano a non celebrarsi, mentre per questo procedimento il presidente del Tribunale, Antonio de Luce, «in considerazione della rilevanza e dell’interesse nazionale», ha individuato come sede per la celebrazione delle udienze l'auditorium «Riccardo Baglioni» dell’oratorio Santa Annibale Maria di Francia ad Andria. In aula l’accesso è stato consentito a giudici, pm, avvocati e imputati (pochi quelli presenti), mentre per le parti civili e i giornalisti sono stati allestiti due spazi esterni alla sala teatrale, con schermi per seguire l'udienza

Durante l’udienza si è proceduto al contro-esame di un poliziotto che ha svolto una parte delle attività di indagine delegate dalla Procura, e sono stati acquisiti i verbali di alcune parti offese, passeggeri superstiti che il giorno dello scontro erano a bordo del treno.

«Il treno tremava in modo incontrollato, ho sentito un boato e poi puzza di gas» raccontò all’epoca una studentessa universitaria oggi 28enne che era nel vagone immediatamente successivo a quello dell’impatto. «Quello che ci precedeva era piegato - disse - e la testa di un uomo tra gli ulivi. Sentivo urlare dal dolore, piangere e chiedere aiuto, persone intrappolate nei vagoni». Un altro testimone, un ragazzo all’epoca 16enne, riferì di aver «sentito all’improvviso un fortissimo boato, di aver sbattuto la testa sul sedile anteriore», ritrovandosi «con la faccia piena di sangue».

Acquisiti agli atti del processo ci sono anche i verbali di una 65enne che viaggiava con marito e figlie e che descrisse il "panico» di quei minuti, raccontando che si erano «rifugiati sotto gli alberi in attesa dei soccorsi».

Si tornerà in aula, ancora nell’auditorium dell’oratorio di Andria, l’1 e l’8 luglio per sentire i consulenti della Procura.

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