nel nordbarese
Canosa, nuova discarica in Contrada Tufarelle, appello all'Arpa Puglia: «Decidano solo i tecnici»
Italia Nostra chiede che si avvalga del supporto scientifico
Caso contrada Tufarelle e nuova discarica. La scorsa settimana con una ordinanza, il Consiglio di Stato ha disposto che l’Arpa debba rispondere entro 40 giorni ad una serie di quesiti sui criteri seguiti dalla stessa Arpa quando ha rilasciato parere «favorevole» alla nuova discarica della Bleu nel 2017 in agro di Minervino Murge.
Parere che contrastava con uno precedente «sfavorevole». Solo dopo di questi chiarimenti il Consiglio di Stato adotterà una decisione sulla controversia che contrappone i Comuni di Canosa e Minervino Murge alla Provincia di Bat che all’epoca autorizzò la nuova discarica. Sulla questione interviene il presidente di Italia Nostra, sezione di Canosa, Riccardo Limitone.
Perché questa richiesta di chiarimenti da parte del Consiglio di Stato all’Arpa Puglia?
«Perché l’ARPA è per legge chiamata a dare il suo parere scientifico in tutti quei procedimenti relativi ai progetti industriali che hanno un forte impatto sull’ambiente. Il parere dell’Arpa è un parere qualificato che ha un suo peso specifico nelle decisioni che le varie autorità, Regione e Provincia, assumono quando rilasciano le autorizzazioni. L’Arpa Puglia è articolata in una Direzione Generale alla cui dipendenza c’è una Direzione Scientifica da cui dipendono i vari Dipartimenti provinciali».
Ma cosa è accaduto?
«E’ accaduto che il Dipartimento provinciale dell’Arpa della BAT sui progetti industriali a Tufarelle, relativi a Bleu e Solvic, ha assunto talvolta posizioni contraddittorie, contribuendo così ad aumentare la confusione in una situazione di per sé già molto
ingarbugliata».
Per esempio?
«Nel 2015 la Bleu presentò un progetto di riprofilatura della discarica in esercizio, richiesta che prevedeva un aumento dei volumi. Ebbene su questo progetto l’Arpa provinciale da novembre 2015 e fino a giugno 2016 cambiò ben quattro volte il suo parere. Due volte fu positivo e due volte negativo».
Come se lo spiega?
«I pareri negativi, espressi dall’Arpa, erano fondati su una normativa del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali del 2009, quando quella normativa nel 2015 era stata già soppiantata da una nuova normativa che evidentemente il dipartimento dell’Arpa della Provincia Bat, non conosceva. Il progetto proposto dalla Bleu fu approvato dalla Regione. In sede di ricorso al TAR, promosso dal Comune di Canosa contro il progetto di riprofilatura, il TAR scrive nella Sentenza: ”Prima dell’emissione di tale nota esplicativa [l’ultimo parere negativo dell’ARPA del giugno 2016], il parere dell’Agenzia, in difetto di un esplicito giudizio positivo o negativo, si prestava a rilievi di forte ambiguità, tanto da non palesarsi affatto come negativo”.
La Bleu nel dicembre 2016 presentò il progetto di una nuova discarica in agro di Minervino della capacità netta di 373 mila metri cubi. Nella documentazione del progetto si dichiara che il sito dell’impianto in progetto è ubicato e rispetto alla discarica in esercizio, ad una distanza maggiore di 165 metri».
E quindi?
«Accade che l’Arpa provinciale scrive nel suo parere in Conferenza di Servizi, di una distanza di circa 300 metri tra il bacino di discarica e il bacino in proposta e, attesa la direzione del flusso di falda sotterranea (SudEst) e che l’interposizione dei pozzi di monitoraggio della falda già esistenti, si ritiene possa permettere l’individuazione della responsabilità di eventuali perdite della barriera di contenimento della discarica».
Ma i dubbi quali sono?
Il parere di Arpa sulla nuova discarica si presta ad una serie di considerazioni. L’ARPA interpreta la distanza tra le due discariche nella maniera più favorevole alla BLEU quando parla come distanza intercorrente tra i due bacini dove vengono depositati i rifiuti. La norma regionale non parla di distanza tra bacini di deposito di rifiuti ma di impianti. Gli impianti comprendono oltre ai bacini di deposito anche tutte quelle aree a servizio della discarica. La distanza misurata tra i due impianti dal Comune di Canosa è quindi di 145 metri.
Ma c’è dell’altro?
Si, la direzione del flusso di falda verso SudEst, fatte proprie dall’ARPA si basa sulle risultanze di uno studio condotto dall’Università di Bari per conto della Bleu e sulle risultanza di uno studio di caratterizzazione di Tufarelle per conto del Comune di Canosa, studio peraltro in via di approfondimento, al punto che sono stati stanziati ulteriori fondi per uno studio di caratterizzazione più accurato. Pur prendendo per buono l’andamento della falda verso SudEst, la disposizione dei cosiddetti “pozzi” di monitoraggio, a monte e a valle delle due discariche Bleu, è invece da Nord verso Sud come facilmente si osserva nelle mappe del progetto, e pertanto i pozzi così come posizionati, non intercettano una eventuale inquinamento della falda. Questa criticità non è stata assolutamente valutata nel parere favorevole rilasciato da ARPA – BAT.
Infine, sei mesi prima la stessa ARPA nella conferenza di servizi del 28 Settembre 2016 relativa ad un progetto di modifica sostanziale dell’impianto di smaltimento di liquidi speciali pericolosi e non pericolosi della Solvic, nel rilasciare parere sfavorevole al progetto, parla invece di un “flusso prevalente della falda sottesa in comprensorio di località Tufarelle in direzione NordEst”».
Riassumendo: a settembre 2016, secondo l’Arpa la falda si dirige verso NordEst, a marzo 2017 la stessa falda si dirige verso SudEst
«Non sappiamo se i pareri espressi dai vari dipartimenti provinciali dell’Arpa siano poi sottoposti ad un controllo di merito della Direzione Scientifica dell’Arpa regionale oppure se i dipartimenti provinciali godano della più ampia autonomia. Certo è che dagli episodi che abbiamo citato, almeno per quello che riguarda Tufarelle, emerge un quadro non molto tranquillizzante, peraltro in una situazione di per se già molto complicata».
Cosa pensa che si debba allora fare per avere chiarezza
«Ritengo che la Direzione Generale dell’Arpa prendere le opportune misure allo scopo di evitare questi errori di percorso per contrada Tufarelle, chiedendo il supporto scientifico dell’ISPRA, cioè l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che peraltro conosce già alcune problematiche di Tufarelle essendo stata di recente già chiamata a redigere una relazione per conto del Tar Puglia nella controversia tra la Solvic e la Regione Puglia».
Un appello che non solo Italia Nostra spera non resti inascoltato.