I numeri

Burrata di Andria irresistibile: vendite cresciute del 17,5%

Michele Pizzillo

Superate le 2100 tonnellate di prodotto venduto: conquistati nuovi mercati

La tentazione alla quale i buongustai non sanno dire di no è rappresentata dalla burrata. “Con la sua fresca, voluttuosa e “irresistibile scioglievolezza” ha conquistato schiere di appassionati di tutto il mondo, dalla Scandinavia agli Stati Uniti, dal Giappone alla Francia. E anche in Italia non scherza: nel 2018 le quantità di burrata confezionata vendute nella grande distribuzione organizzata, sono cresciute del 17,5%, arrivando a superare le 2.100 tonnellate”, fa sapere Assolatte, l’associazione delle industrie lattiero casearie italiane, che ha sede a Milano.

Considerando anche la burrata a peso variabile, l’associazione che rappresenta i produttori di formaggio, stima che l’anno scorso nella distribuzione moderna le vendite di burrata abbiano sfondato il traguardo delle 5.000 tonnellate per un giro d’affari di circa 56 milioni di euro. Numeri davvero importanti per un formaggio fresco delicato e inimitabile. E, sottolinea, che la burrata è l’ultimo “fenomeno” emerso nel panorama lattiero-caseario, la più recente eccellenza scoperta nel nostro patrimonio caseario e l’ennesimo caso di successo di un formaggio tradizionale che le imprese casearie hanno saputo valorizzare, facendolo conoscere prima in tutta Italia, poi in Europa e quindi nel resto del mondo. Così oggi la burrata, deliziosamente golosa e succulenta, si può gustare a Tokyo come a New York, a Parigi come a Copenaghen, come massima espressione del piacere italiano.

“E pensare che solo fino a pochi anni fa questa delizia era commercializzata e consumata praticamente solo in Puglia, la regione dov’è nata. La produzione si è poi estesa anche in Campania e Basilicata ma è solo dalla regione di nascita che arriva l’unica Burrata Igp, quella di Andria”, commentano nella sede di Assolatte. E, secondo gli esperti interpellati dall’associazione, la burrata piace per il suo gusto rotondo, il sapore dolce e intenso e il suo cuore tenero e pastoso. Che indicano anche il modo migliore per apprezzarne la ricchezza di gusto e di aromi, consigliando di spolverarla con una macinata di pepe e sale e accompagnarla con verdure fresche di stagione, come cime di rapa, zucchine, melanzane e peperoni. Il modo più raffinato è stenderla su un fondo di basilico fresco e cospargerla con bottarga di tonno, succo di lime e olio extravergine di oliva. Il modo più fresco e veloce è quello di accompagnarla con un’insalata di limoni e acciughe.

E, proseguono: in cucina la burrata è sfiziosa in tempura, fantastica su pizza e focacce, e sorprendente per farcire il pesce azzurro o per arricchire il ripieno dei tortelli. E, poi, c’è il giovane cuoco di origini peruviane, Sergio Daniel Porras Salazar, che nel 2016 al concorso “Premio Gallo, il risotto dell’anno”, presso il ridotto del Teatro alla Scala, a Milano, propose un sublime risotto con burrata, trota affumicata, uova di trota, scorza di limone e shiso, che fece andare in estasi i membri della giuria. Il giovane chef ci confidò che a rendere eccellente il piatto era la burrata perché è l’unico formaggio che permette una perfetta mantecatura del riso”.
Ecco spiegato il successo della burrata, adesso ufficializzato dall’associazione che rappresenta la quasi totalità dei produttori di formaggio che fatturano all’incirca 15 miliardi di euro all’anno. D’altronde non c’è locale di Milano e di tutte le regioni del Nord Italia, che non ha in carta qualche piatto con la burrata come ingrediente. Anche se molti ristoratori insistono a non aggiungere l’indicazione Andria affianco al nome del formaggio.

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