Il caso
Barletta, si sbriciola balcone palazzo Della Marra: un totem per «puntellarlo»
È adattato a barbacane per sostenere il balcone barocco, da cui continuano a cadere calcinacci
Chissà se le telecamere di «Linea Verde», nei giorni scorsi in città per il primo dei quattro speciali «Grand Tour» di Rai1 diretti da Lorella Cuccarini (andranno in onda ad agosto) si sono soffermate anche sulla facciata del barocco Palazzo Della Marra, in via Cialdini, cuore del centro storico barlettano, sede della collezione De Nittis.
A giudicare dal comunicato diffuso il 1° luglio dal Comune, pare proprio di no: «In mostra - si leggeva - ci saranno alcune fra le bellezze di Barletta, fra cui il Castello, il teatro Curci, Eraclio e la Basilica del Santo Sepolcro. Lorella Cuccarini scoprirà il fascino di una città in cui storie di cavalieri si intrecciano a leggende e grandi imprese».
Palazzo Della Marra è stato tenuto prudenzialmente fuori dal giro annunciato. Se lo avessero incluso, quelle telecamere avrebbero immortalato una bizzarra anomalia: quella di un totem incredibilmente adattato alla bisogna a barbacane per reggere lo splendido ma non molto stabile balcone barocco della facciata dell’edificio seicentesco.
Sì, avete letto bene. L’arte di arrangiarsi e di nascondere la polvere sotto il tappeto a volte supera anche la più fervida delle fantasie. O forse è proprio vero, come dice lo scrittore Francis Scott Fitzgerald: «È invariabilmente triste guardare con occhi nuovi cose alle quali ci eravamo già adattati».
Già. Pare che Palazzo Della Marra sia in quelle condizioni da almeno due, se non tre anni. Vale a dire dall’epoca dell’Amministrazione Cascella. E con la Giunta Cannito non è che le cose siano migliorate. Anzi. Il «camuffamento» è riuscito talmente bene che finora non aveva dato nell’occhio. Constatata la ripetuta caduta di calcinacci, a Palazzo di Città, si erano acconciati per la «geniale» soluzione, tenendone all’oscuro, pare, anche la Soprintendenza.
E pensare che dopo una lunga e chissà quanto fruttuosa battaglia, nel luglio 2015 quell’immobile è passato dallo Stato al Comune. Disse nell’occasione il sindaco Pasquale Cascella: «Si tratta di un traguardo storico di cui l’intera città può essere orgogliosa. Con la consegna al Comune da parte del Demanio, quel bene diventa non meno ma più pubblico, essendo affidato ai cittadini. È un punto fermo per avviare una più ampia azione di valorizzazione del palazzo e degli altri beni pubblici della città che attendono interventi di tutela e di promozione».
E Giuliana Dionisio, direttrice dell’Agenzia del Demanio Puglia e Basilicata, in rappresentanza del Ministero dell’Economia e delle Finanze: «Il trasferimento di Palazzo Della Marra dallo Stato al Comune di Barletta è un esempio di grande collaborazione fra istituzioni che ha permesso di restituire ai cittadini un bene di grande pregio storico-artistico, in un’ottica di valorizzazione culturale e di sviluppo del turismo e dell’economia locale».
La «valorizzazione» auspicata rischia di sbriciolarsi sotto i colpi della inettitudine e della «furbizia» autolesionista.
Se il balcone di casa vostra rischiasse di cadere a pezzi, vi accontentereste di un totem-barbacane adattato alla bell’e meglio? Il Comune in cui risiedete ve lo consentirebbe? Molto probabilmente, no. Il Comune di Barletta, invece, evidentemente è molto indulgente verso se stesso. Ma il sonno della diligente manutenzione rischia di generare la mostruosità della distruzione di un balcone che ha «l’aria di un componimento poetico, turgido, enfatico». O, meglio, aveva...