L'indagine

Bancarotta, l'ex patron del Bari Giancaspro interrogato per 6 ore

Redazione online

Indagato anche il sindaco di Trani Amedeo Bottaro per falso, abuso e peculato nell’indagine che venerdì scorso ha portato all’arresto di 5 persone, tra cui l'ex patron del Bari. I legali di Giancaspro hanno chiesto invece la scarcerazione

Ha risposto per circa 6 ore alle domande del gip l’ex patron del Bari Calcio Cosmo Antonio Giancaspro, sottoposto oggi ad interrogatorio di garanzia nel carcere di Trani, dove è detenuto da venerdì scorso con l’accusa di essere il promotore di una associazione per delinquere finalizzata a riciclaggio, autoriciclaggio e bancarotta fraudolenta. In particolare Giancaspro, da dirigente occulto della Vigor Trani Calcio, avrebbe finanziato la società sportiva ottenendo in cambio dal Comune la gestione dello Stadio e la promessa di altri appalti.
«Ha risposto a tutte le domande chiarendo alcuni passaggi delle intercettazioni che meritavano un chiarimento e spiegando punto per punto le operazioni ritenute illecite», ha detto il difensore di Giancaspro, il professor Vito Mormando. La difesa ha anche depositato documentazione relativa a passaggi di natura civilistica sui rapporti interni con alcuni coindagati.
«Giancaspro è tranquillo - ha concluso l’avvocato - perché si è fatto ascoltare e ha dato la sua versione dei fatti». Al termine dell’interrogatorio il legale ha chiesto la revoca della misura cautelare e, in linea graduata, l’attenuazione. Si attende ora il parere della Procura e poi la decisione del Gip.

L'ALTRO PROCESSO PER BANCAROTTA - È cominciato nelle scorse settimane dinanzi al Tribunale di Bari, ma lo si apprende solo oggi, un altro processo per bancarotta fraudolenta ed estorsione nei confronti dell’ex patron del Bari Calcio Cosmo Antonio Giancaspro. Nell’ambito di questa vicenda Giancaspro era agli arresti domiciliari dal settembre 2018 su disposizione due pm baresi, quando la magistratura tranese - venerdì scorso - lo ha portato in carcere per altri presunti illeciti relativi a finanziamenti alla società sportiva Vigor Trani Calcio in cambio di appalti al Comune di Trani.
Davanti ai giudici di Bari Giancaspro risponde della presunta bancarotta fraudolenta della società Finpower, della quale avrebbe dissipato beni per oltre 10 milioni di euro, in concorso con l’imprenditore campano Giovanni Ferrara, legale rappresentante della Finpower. Nei loro confronti si sono già celebrate l’udienza preliminare e la prima udienza del processo che, dopo le questioni preliminari, entrerà nel vivo il prossimo 11 giugno nell’ex sezione distaccata di Modugno. Nel processo è costituita parte civile la curatela del fallimento della società Finpower.
L’altra accusa di estorsione riguarda il tentativo di bloccare un decreto ingiuntivo di un creditore della FC Bari 1908. Per farlo l’ex patron del Bari Calcio si sarebbe servito di Orlando Malanga, ex gestore di un bar su una spiaggia barese e ritenuto dagli inquirenti vicino a clan della città. Malanga ha chiesto di essere processato con il rito abbreviato. Ha chiesto il rito alternativo anche Francesco Pio Izzo, liquidatore della Finpower, accusato di concorso nella bancarotta. Il processo con rito abbreviato inizierà il 5 giugno.

INDAGATO ANCHE IL SINDACO BOTTARO - Sta valutando un ricorso al Tribunale del Riesame contro il sequestro di beni del valore di 46 mila euro la difesa del sindaco di Trani, Amedeo Bottaro, indagato per falso, abuso e peculato nell’indagine che venerdì scorso ha portato all’arresto di 5 persone, tra le quali l’ex patron del Bari Calcio Cosmo Antonio Giancaspro. Al sindaco si contesta di aver pilotato la delibera di Giunta comunale con la quale si affidava la custodia e la manutenzione temporanea dello stadio alla società Vigor Trani Calcio, di cui era ritenuto dirigente occulto lo stesso Giancaspro.


«Si dissente totalmente dall’ipotesi accusatoria che considera detta somma quale restituzione degli importi versati dai soci della Vigor per l’acquisto delle rispettive quote dell’associazione sportiva, - spiega in una nota il legale di Bottaro, l’avvocato Mario Malcangi - ribadendosi, invece, che le stesse trovano piena legittimazione nella parte motiva dell’incriminato provvedimento amministrativo». Secondo l’accusa Giancaspro avrebbe finanziato la squadra di calcio tranese con l'obiettivo di ottenere appalti con il Comune. «Trattarsi di mere congetture - aggiunge Malcangi - smentite dagli stessi atti procedimentali. Dallo stesso carteggio di causa si evince, molto chiaramente, che siffatti progetti costituivano mere ipotesi di lavoro e/o proposte imprenditoriali, non già impegni concreti in relazione ai quali il sindaco vincolava la volontà dell’amministrazione».
«I commenti, a volte coloriti, che si leggono nelle intercettazioni - conclude il legale - non costituiscono certo conferma di accordi illeciti o prova di sottomissione della parte pubblica ai desiderata del privato imprenditore, ma solo ed esclusivamente la soddisfazione di quest’ultimo per l'attenzione che, opportunamente, l’organo amministrativo prestava rispetto alla presentazione dei relativi progetti».

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