CRONACHE DA PALAZZO

Basilicata, è scontro tra Regione e Anci sui finanziamenti ai Comuni

ANTONELLA INCISO

È “braccio di ferro” sui soldi che la Regione dovrà assegnare ai comuni lucani. All’appello mancano i fondi del 2024, oltre 12 milioni di euro

Da un lato ci sono i finanziamenti mancanti del Fondo per le Autonomie locali, dall’altro la proposta di legge che prevede un contributo straordinario per i comuni in cui vi sono strutture a servizio anche degli altri comuni. È “braccio di ferro” sui soldi che la Regione dovrà assegnare ai comuni lucani. Tutto a causa della proposta di legge, sui contributi straordinari alle amministrazioni che offrono servizi, in discussione in Prima Commissione che dovrebbe essere licenziata e portata in Consiglio per l’approvazione definitiva nelle prossime settimane. Se maggioranza e parte delle opposizioni sono pronte a sostenere la nuova norma ad esprimere perplessità è l’Anci di Basilicata.

I sindaci lucani da tempo attendono che sia rimpinguato dei 4 milioni di euro mancanti il Fondo destinato agli enti locali, il cui stanziamento nel bilancio è stato fissato in 8 milioni di euro (nel 2022 i milioni concessi dalla Regione ai comuni erano stati 12, nel 2023 solo 7,2 mentre nel 2024 non erano state attestate risorse). “Abbiamo chiesto alla Regione di darci i soldi del 2024 e la parte mancante del 2023. A dicembre hanno dato di sì ma ciò non accaduto. Abbiamo avuto solo 8 milioni di euro e ci è stato detto che con l’approvazione dell’assestamento ci avrebbero dato qualche altra cosa” spiega il presidente dell’Anci Basilicata, Gerardo Larocca, che evidenzia come siano “già poche le risorse a disposizione del Fondo per le autonomie locali, se ne sottraiamo diventa ancora più difficile”.

Il timore è, infatti, quello che le risorse attestate nella proposta di legge sui contributi ai comuni che erogano servizi (pari a 500mila euro) possano sottrarre stanziamenti al Fual. “Non siamo contrario a dare risorse aggiuntive alle città che offrono servizi ma bisogna prima arricchire il Fual – aggiunge ancora Larocca - Come ho detto in audizione in Commissione è difficile capire chi offre realmente servizi di area vasta, perché ognuno offre i suoi e può pretendere. Non è semplice individuare i servizi che una città offre agli altri. Chi ha una città turistica? Chi ha una area industriale o artigianale? Al di là di tutto bisogna alzare la posta del Fual attraverso nuovi fondi. Con un fondo Fual così basso, tra l’altro, i comuni piccoli potrebbero non offrire ai loro cittadini neanche i servizi essenziali garantiti solo attraverso i soldi del Fual”. “Rispetto alla proposta di legge di Picerno se si tratta di fondi aggiuntivi ben vengano, ma non si possono sottrarre dall’attuale stanziamento Fual “conclude Larocca. E ad evidenziare perplessità è anche il capogruppo del Pd, Piero Lacorazza, secondo cui “la legge sul Fual rende possibile conseguire l’obiettivo” per i comuni che erogano servizi.

“Non è un problema di norma ma di risorse che continuano a mancare per i comuni. Se di norma si deve parlare è per una riforma degli assetti istituzionali ed amministrativi; abbiamo depositato una proposta di legge da mesi” precisa Lacorazza. A difendere la pdl – spiegando che si tratta di fondi aggiuntivi – è il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Alessandro Galella – firmatario della legge con Picerno secondo cui è evidente che i fondi “devono essere fondi aggiuntivi ed il Fual rimpinguato”. Inoltre, all’accusa che trattandosi di soli 500mila euro che divisi diventerebbero spiccioli Galella replica: “Si inizia da questo e poi nel tempo lo stanziamento potrà essere aumentato”.

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