La situazione
Basilicata, +20% di spesa per il pranzo di Natale: largo alle ricette antispreco
Caccia agli sconti anche al supermercato, ma si registrano aumenti per quasi tutti i prodotti: saltano all’occhio la frutta fresca di stagione e il panettone
Più attenzione agli acquisti alimentari e all’immancabile spreco: cambia il comportamento delle famiglie lucane per il pranzo di Natale, il più atteso dell’anno. Intanto per risparmiare cresce il numero dei consumatori che si rifugiano nei discount e scelgono accuratamente i prodotti con i prezzi più abbordabili. Perciò se fino allo scorso anno per un pranzo di Natale in casa si spendevano circa 100 euro per 4 persone ora se ne spendono almeno 120. La caccia agli sconti non si ferma certo in questa settimana suddividendo la spesa tra supermercato, mercato di quartiere (dove peraltro la verdura costa in media 2 euro al chilo e sino a tre euro la frutta non di stagione) e i discount dove è possibile ancora trovare lo spumante italiano a 4 o 5 euro, contro i prezzi proibitivi del supermercato: minimo 14 euro a bottiglia.
Fra gli articoli più costosi del pranzo o del cenone di Natale, saltano all’occhio la frutta fresca anche di stagione e il panettone, che fino allo scorso Natale si trovava a partire dai 4 euro al discount quello senza confezione, adesso non si trova a meno di 6; il prezzo medio da 13.40 euro è salito a 14,60 e poi a salire la frutta fresca esotica che sale del 19,3% rispetto a un anno fa. In salita anche il prezzo del pollo – intorno al 15% - e quindi una faraona ripiena viene a costare 14 euro al chilo, perciò comprandone una intera si spende circa 28 euro.
Per altri secondi tipici di ricette locali, la carne bovina +8,6%: l’agnello può costare sino a 8% in più di novembre, la scottona anche il 12% in più. Prezzi alle stelle anche per le verdure di stagione. E aumentano pure del 16% le patate. Ma se proviamo a non cucinare e cerchiamo di cavarcela con piatti pronti, la pagheremo cara. Il conto si presenta salato: +15%. I dolci non possono mancare, anche per i regali, ma quelli confezionati lievitano del 13%. I tradizionali ravioli, tortellini, cappelletti e agnolotti aumentano del 12%. La pasta di casa artigianale invece ha un ritocco minore salvo per i ravioli ripieni di baccalà che risentono dell’aumento del prezzo dell’ingrediente base.
Gli affettati costano l’8,2% in più rispetto allo scorso anno, come il pesce fresco. Anche la frutta secca aumenta del 6,4%: un pacchetto di noci e mandorle da mezzo chilo costa dai 7 agli 10 euro. Chiude il cioccolato, con un aumento almeno del 4%. Natale è uno dei periodi dell’anno in cui si verifica il maggiore spreco di cibo. Secondo indagini di associazioni di consumatori circa l’80% degli Italiani dichiara di sprecare cibo durante le festività, con il 30% che getta via oltre un quarto del cibo acquistato. Tra i cibi più sprecati ci sono i dolci tipici delle feste, il pane e gli antipasti. Fortunatamente, 9 italiani su 10 si dichiarano attenti a trasformare i pasti avanzati in nuove ricette. Rosanna Sileo, agrichef del Molino della Contessa a Castelmezzano, dopo la cucina gira tra i tavoli a parlare soprattutto con le donne per condividere qualche segreto dell’abilità nel recupero, anche grazie alle ricette «antispreco» della tradizione rurale: dalle polpette di carne alle torte e gnocchi di pane, ma anche quiches, torte salate, zucchine e verdure ripiene, frittate, ratatouille e macedonia, solo per fare qualche esempio. «Dallo scambio di battute con le donne che si occupano della cucina in casa – sottolinea Rosanna - si comprende che la cucina “antispreco” comincia ad affermarsi anche da noi come una realtà consolidata e in crescita nelle abitudini dei cittadini: a casa, infatti, si adottano da tempo soluzioni multiple e diversificate per contenere lo spreco di cibo».