Lo scenario

Basilicata, una casa su tre è disabitata: cresce lo spopolamento

Massimo Brancati

Cirigliano il paese con più abitazioni vuote. La situazione a Potenza e Matera, e il mercato immobiliare è in tilt

È il segnale inequivocabile che il territorio si sta progressivamente svuotando. In Basilicata una casa su tre è disabitata, senza inquilino. Abbandonata. Sono esattamente 94.809 le abitazioni «fantasma» (29,4 per cento del totale degli appartamenti). Andando più a fondo nella statistica, scopriamo che è la provincia di Potenza quella in cui il fenomeno è più evidente: sono 66.112, infatti, le case vuote pari al 30,73 per cento, mentre in quella di Matera l’emorragia si ferma 28.697 (26,8 per cento). Passando in rassegna invece i vari comuni, emerge che il paese dov’è più alta la presenza di case vuote è Cirigliano che su 579 abitazioni in totale ne conta 400 disabitate (pari al 69,08 per cento). Anche il capoluogo Potenza è fagocitato dal fenomeno dell’emigrazione, ma i dati sono più contenuti a causa dello spostamento in città, per lavoro o studio, da paesi limitrofi: su 33.830 case, infatti, sono vuote 6.842 pari al 20,22 per cento. Più o meno la stessa percentuale registrata a Matera dove su 30.459 abitazioni ne risultano disabitate 6.596 (21,66 per cento).

Il caso della Basilicata è in linea con quanto sta accadendo nel resto del Paese, anche se i dati lucani sono più marcati. Nel 2021, infatti, le abitazioni registrate in Italia risultano essere 35,3 milioni. Di queste, 9,6 non sono occupate permanentemente da almeno una persona che ha la dimora abituale. È quanto rileva un’indagine condotta da Openpolis che ha analizzato le statistiche dell’Istat in questo particolare settore.

La presenza di abitazioni non permanentemente occupate - sottolinea Openpolis - è maggiore all’allontanarsi dai comuni centrali in termini di servizi. Le amministrazioni polo riportano un’incidenza del 16,9%, a cui seguono quella dei poli intercomunali (23,3%) e dei comuni cintura (24,2%), tra i due valori non c’è una differenza particolarmente rilevante. Ma distanziandosi ancora di più dai centri la percentuale aumenta in modo più consistente: nei comuni intermedi la quota si assesta al 37%, in quelli periferici al 47,9% e in quelli ultraperiferici al 56,3%. Nelle aree interne la percentuale media è, quindi, sistematicamente maggiore rispetto alla media nazionale mentre nelle zone più vicine ai poli e nei poli stessi il valore è in linea o al di sotto di quello italiano.

Ma torniamo alla Basilicata. Nella top ten dei paesi «fantasma» figurano piccoli comuni come Armento, Aliano, Castelgrande e San Martino d’Agri. I centri lucani con meno case disabitate risultano essere Scanzano jonico e Policoro rispettivamente con il 14 e il 18 per cento di appartamenti vuoti. Ma qui incide di sicuro il loro status di località turistica, con molte abitazioni acquistate da famiglie per trascorrere le vacanze estive.

Quanto evidenziato dall’indagine di Openpolis trova riscontro in un analogo studio di Solo Affitti, la rete immobiliare specializzata nella locazione. La situazione lucana s’inserisce perfettamente nel contesto meridionale dove c’è una concentrazione maggiore di case vuote, ad iniziare dalla Calabria, al secondo posto nazionale con il 38,7 per cento e 481.741 case vuote, seguita dal Molise (36,9 e 73.524 case). Va meglio in Puglia dove la percentuale si ferma a quota 22 (72.800 abitazioni vuote), in linea con il trend nazionale. Ma la situazione pugliese risente in maniera determinante della presenza di tante case-vacanza (50.026) che sfuggono alla statistica di settore. La regione con la maggior incidenza di abitazioni non occupate è la Valle d’Aosta con il 56,73%. Seguono Molise (46,66%), Calabria (44,54%) e Abruzzo (41,11%).

Ciò che sta accadendo sul fronte immobiliare, come dicevamo, è la conseguenza dello spopolamento. Il mercato del mattone, come tutti i settori economici, ne risente. Acquisti o affitti che siano sono ridotti al lumicino per mancanza di «materia prima». Fino a qualche anno fa il fenomeno apparteneva solo ai paesi più piccoli, ma oggi anche Potenza, al netto degli arrivi dai paesi limitrofi, registra uno svuotamento. Lo certificano anche i titolari delle agenzie immobiliari della città secondo cui si lavora con numeri molto contenuti. I prezzi sono in continua riduzione perché aumenta l’offerta e la domanda invece è quasi azzerata. La città si svuota determinando l’aumento dell’offerta da parte soprattutto di persone che hanno ricevuto in successione gli immobili. Magari vivono all’estero o in altre città italiane e se in passato aspettavano l’occasione per vendere casa, oggi con il carico fiscale che comporta - tra spazzatura, Ici e quant’altro - trattano gli appartamenti come una patata bollente. Vogliono liberarsene a qualsiasi cifra. La verità è che ci sono immobili che resteranno sul groppone per sempre.

Insomma, la città si svuota determinando l’aumento dell’offerta da parte, in particolare, di lucani emigrati, persone che hanno ricevuto in successione gli immobili. Magari vivono all’estero o in giro per l’Italia e se in passato aspettavano l’occasione per vendere casa, oggi con il carico fiscale che comporta, fanno la corsa a vendere. Anche a costo di svendere. Molti di questi immobili resteranno desolatamente vuoti perché manca l’acquirente. Eppure a Potenza si continua a costruire: sorgono cantieri in ogni angolo edificabile e all’orizzonte ci sono nuove autorizzazioni. La sensazione è che, tra spopolamento, crisi economica e paralisi dovuta all’emergenza sanitaria, tutti questi appartamenti finiranno per far crescere la «città fantasma».

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