Il futuro del polo dell'auto

Stellantis, nubi e timori incombono su Melfi per la gigafactory francese

Antonella Inciso

Fernando Mega (Cgil), accusa la Regione «di aver alzato bandiera bianca» mentre l'assessore alle Attività Produttive, Michele Casino, rassicura i lavoratori sulla difesa dell’occupazione

MELFI (POTENZA) - La prima gigafactory per produrre batterie elettriche e l’offensiva europea - con Francia, Germania ed Italia contro gli asiatici che oggi controllano l’80 per cento di questo mercato - riaccendono gli animi in Basilicata. E riportano all’orizzonte nubi e timori. Quale sarà il destino di Melfi che l’idea di diventare la sede della gigafactory italiana l’aveva coltivata sino a quando non è stata indicata Termoli? Quale sarà la prospettiva per la fabbrica di San Nicola ed il suo indotto?

Fernando Mega, segretario regionale della Cgil accusa la Regione «di aver alzato bandiera bianca». Il neo assessore regionale alle Attività Produttive, Michele Casino, invece, rassicura i lavoratori sull’impegno «nella difesa dell’occupazione». Posizioni diverse, dunque, che - sommate agli appelli di un Consiglio regionale straordinario e di tavoli romani che vengono dalle diversi parti politiche - diventano i due volti della vertenza più importante della regione.

«Mentre a Melfi - spiega il segretario della Cgil - si fa i conti con l’uso massiccio di ammortizzatori sociali, figli della recente approvazione dell’area di crisi industriale complessa contraddistinta solo dai festeggiamenti fuori luogo dell’assessore al ramo, oltre alle fermate produttive e ai continui incentivi all’esodo, che hanno superato quota duemila, Stellantis va avanti investendo in altri siti produttivi. Una sfida persa da parte della Basilicata il cui governo è responsabile di un silenzio assordante nei confronti dello smantellamento di uno dei siti industriali più grandi della Basilicata e del Mezzogiorno». Secondo la Cgil lucana, «il governo Bardi continua a non battere ciglio, accusando inutilmente le politiche europee di settore e usando la transizione energetica come capro espiatorio di una situazione che è drammatica in tutto il Paese». «La crisi dell’automotive va avanti da almeno due anni» evidenzia Mega.

A rispondergli «con un sorriso» è , però, l’assessore regionale alle Attività produttive. «Chi segue la politica sa che mi sono insediato da pochi giorni - commenta - il lavoro non mi spaventa. Sono entrato subito nel merito delle problematiche e voglio rassicurare i lavoratori, le parti datoriali ed i sindacali che, mai come in questo momento, li renderò edotti. Il problema di Stellantis non è da addebitare a questo governo. Ci siamo trovati di fronte a questa emergenza che viene dalla normativa europea con il Pd e gli europarlamenti Pd che hanno fortemente voluto questo cambiamento. Noi non eravamo contrari ma, come Forza Italia, chiedevamo che il cambio ci fosse in più fasi in modo da far trasformare l’indotto e l’azienda con più step. Tra l’altro, non stiamo parlando di una piccola azienda ma di un grosso indotto, di politiche industriali che hanno progettazioni. C’era bisogna di più tempo». L’assessore, però, si dice «consapevole del problema» e rassicura «i lavoratori che la Regione si sta impegnando al massimo per tutelare il livello occupazionale». «Ci stiamo mettendo del nostro - aggiunge - ho già incontrato da una parte l’Eni, dall’altra Stellantis. Siamo sul pezzo. Come Regione interverremo per tutelare l’occupazione mettendoci risorse nostre che, da un lato, agevolino il lavoro di Stellantis, dall’altro tutelino i lavoratori». «Stiamo lavorando come governo regionale. Noi a differenza di altri facciamo i fatti e non demagogia» continua Casino che conferma di aver avuto contatti con il Ministero, con Invitalia e con i ricercatori «per capire quale possano essere ulteriori azioni per tutelare i lavoratori», per i bandi che saranno fatti «per tutte le zone industriali» e per «capire il denaro che viene riconosciuto all’unità di crisi complessa come deve essere utilizzato per facilitare la trasformazione delle aziende». «Credo - continua l’assessore - che, mai come in questo momento, la Basilicata possa sentirsi maggiormente garantita se non altro perché chi ha la delega alle attività produttive è un ex parlamentare che conosce bene i ministeri, i ministri ed il problema. Poi, bacchetta magica non ne ha nessuno».

Per questo l’invito di Casino è ad una maggiore collaborazione. «Poiché si parla di persone che possono perdere il lavoro mi auguro che i sindacati in primis che rappresentano e difendono i lavoratori, le aziende tutte da Stellantis all’indotto, colgano occasione della massima disponibilità da parte della giunta Bardi e dell’assessore e collaborino in modo produttivo e non demagogico - conclude Casino - Sono pronto ad affrontare tutto, a vagliare qualsiasi opzione da chiunque venga e non voglio fare demagogia politica perché questo è un problema non di Forza Italia, del Pd, dei sindacati ma dei lucani. Per questo invito tutti ad un maggiore collaborazione per garantire il livello occupazionale. Anzi a dare nuove opportunità di lavoro a tutti i lucani».

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