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Bari, in via Fanelli la pista ciclabile che nessuno vuole: «Arteria inutile e fatta male»
Il nuovo percorso si estende per 4,7 chilometri in direzione Valenzano. I commercianti: «Da quando c’è questa pista i clienti non si fermano più. Vanno altrove. Prima si fermavano perché c’era un parcheggio»
Può una pista ciclabile far esplodere la rabbia di cittadini e residenti? Provate a fare due passi in via Fanelli, chiedere a commercianti e residenti cosa pensano del nuovo percorso riservato a ciclisti, monopattini, pedoni che si estende per 4,7 chilometri in direzione Valenzano. Non aspettano altro. Vi diranno che la carreggiata stradale si è ristretta, congestionando il traffico veicolare da e per Valenzano. E che quella strada è diventata a rischio permanente di incidenti, complice l’elevata velocità e sorpassi azzardati di molti. Vi diranno che su quella pista ciclabile di ciclisti non se ne trovano nemmeno con il lanternino, che le auto non si fermano più dinanzi ad attività commerciali che così perdono clientela. Una domanda fa da sfondo: è stato utile utilizzare fondi Pnrr per questa opera? Eppure l’idea alla base di tutte le piste ciclabili è nobile, ossia migliorare la qualità della vita incoraggiando l’uso di biciclette, bus, monopattini.
In un negozio di frutta e verdura, si pensa già a pranzi e cene natalizi. Giulia Bottalico, ufficiale giudiziario sbotta: «Abito lungo questa strada, alla periferia di Valenzano. Al mattino, il traffico è assurdo. La pista è pericolosa perché a delimitarla hanno collocato un cordolo a differenza della pista ciclabile sul lungomare dove c’è una linea tratteggiata. In quel caso, l’auto si può spostare verso destra». Giusto, però se le auto occupano lo spazio per monopattini e bici, la pista ciclabile a che serve? «Su questa pista ciclabile non ho ancora visto una sola bicicletta. Anzi si inseriscono mini car e qualche moto per evitare di essere travolti dalle auto che giungono dalla corsia opposta». Interviene Giulia Bolognini titolare dell’esercizio: «Il problema è che i clienti in auto qui non si possono fermare più. Biciclette non ne abbiamo viste da quando è stata realizzata la pista. A cosa è servita?». Teresa Morisco: «Da quando c’è questa pista non si capisce più niente. I clienti non si fermano più. Vanno altrove. Prima si fermavano perché c’era un parcheggio».
In autolavaggio lungo la strada, quasi nessuno vuole rilasciare dichiarazioni. Parla solo Maurizio Passaquindici che chiede di non farsi fotografare: «Secondo me, la pista ciclabile qui è assolutamente sbagliata. ha sottratto alla carreggiata diversi metri. Si creano lunghe code, il traffico è congestionato. A ciò si aggiunga anche che se qualcuno osa effettuare un sorpasso te lo ritrovi addosso».