Viaggio nei quartieri
Mercato San Girolamo, poche bancarelle tra speranza e rassegnazione
Tetto colabrodo e manutenzione assente: «È un’occasione persa»
Il mercato coperto di San Girolamo è un colabrodo. Quando la pioggia si fa fitta, scatta l’operazione «fai da te» con grandi teloni di plastica per coprire la merce. «Fanno parte del corredo del mercato», scherza qualcuno. «Ce l’ha consigliato l’architetto». L’incuria e le intemperie hanno danneggiato la struttura, datata 1997, creando un affossamento nel corridoio centrale che diventa - alla prima occasione – un contenitore di acqua piovana. Le strutture metalliche del tetto sono arrugginite, l’aria all’interno è umida, impregnata di muffa e di un odore acre di acqua stagnante e rifiuti. Le grondaie sono ostruite, così l’acqua piovana scorre lungo i muri, lasciando chiazze di umidità sparse a macchia di leopardo. Il pavimento è sconnesso. Spesso qualcuno rischia di cadere. Soprattutto anziani e bambini. Anni di denunce che si sono risolte con un nulla di fatto.
«Questo mercato - spiega un ambulante - potrebbe essere una grande occasione per il nostro quartiere. Ma si guardi intorno: le saracinesche sono tutte abbassate. Siamo rimasti una decina a combattere ogni giorno per sopravvivere».
«Paghiamo oltre trecento euro al mese - interviene un altro - ma in cambio non riceviamo nulla. Ho il lavandino otturato da un mese. Non so più chi devo chiamare. Ho interpellato anche tutti i santi, ma niente. Neanche loro mi ascoltano. Non c’è un responsabile a cui rivolgersi e i piccoli problemi diventano grandi problemi».
La sporcizia è sparsa ovunque: alzando la testa le grate sono incrostate e coperte alla meno peggio, da fitte retine. «Vede? Qui l’abbiamo pulita noi. Se aspettavamo la manutenzione». Gli ambulanti, i pochi rimasti, poi provvedono a pulire anche il resto del mercato. «Ogni pomeriggio quando andiamo via arrivano gli operatori dell’Amiu. Ma andrebbe fatta una pulizia molto più attenta. Per questo la mattina, ci ariamo di scope e palette, e proviamo a rendere questo posto più bello. Anche se non è facile». I bidoni emanano un cattivo odore, sono incrostati di sporco: «Li svuotano ma li lavano raramente e questi sono i risultati». I bagni, puliti regolarmente da chi se ne occupa, cadono a pezzi. Le finestre sono arrugginite e le porte si chiudono a stento.
Si combatte nel mercato di San Girolamo ma le voci sono ormai rassegnate: «Ripetiamo sempre le stesse cose ma non cambia mai niente. Passano a farsi una passeggiata solo in prossimità delle elezioni. Fanno promesse e poi vanno via. Non ci ascoltano e non si confrontano con noi. Non possono gestire una realtà che non conoscono. Questa struttura ha tanti problemi. Potevano trasferirci in una nuova struttura, invece, ci fanno morire qui».
Tutto dà la sensazione di un luogo dimenticato, dove la vita e il commercio un tempo vivaci hanno lasciato spazio al silenzio, al degrado e ad una lenta decadenza. «I primi anni si lavorava tanto. C’era sempre tanta gente. Ora è cambiato tutto. I pochi clienti che abbiamo sono quelli storici. Gli altri preferiscono andare altrove. Dove ci sono servizi e dove anche farsi una passeggiata è più piacevole di respirare il tanfo di questo posto». «Siamo entrati qui – aggiunge una ambulante - quasi trent’anni fa, era il 6 dicembre. Il giorno di San Nicola. Ora anche lui si è dimenticato di noi».
Un gatto, ben nutrito, cammina disinvolto per il viale centrale del mercato. Non si cura di nessuno, come fosse casa sua. Cammina lentamente, si guarda intorno e procede dritto tra le bancarelle: «Non riusciamo a mandarlo via. È lui che comanda qui - scherza un mercatale -. Questo le fa capire come stiamo messi».