serie b
Il Bari prova a decollare: tabù trasferta da sfatare
Il problema è riuscire a replicare lo stesso spirito lontano da Bari. E l’occasione di questa sera, contro uno Spezia in piena crisi, sembra propizia
Per il Bari di Fabio Caserta quella di questa sera al «Picco» (calcio d’inizio ore 20.30) non è una trasferta come le altre. È una partita che vale doppio. Per la classifica, per la continuità e - forse soprattutto - per il morale di un gruppo che lontano dal San Nicola non ha ancora saputo trovare se stesso. Dopo quattro viaggi in campionato, il bilancio parla chiaro: un solo punto conquistato, tre sconfitte e prestazioni spesso imbarazzanti per intensità e atteggiamento. Numeri che pesano e raccontano, più di mille analisi, la difficoltà di una squadra ancora prigioniera dei propri limiti caratteriali.
Dalla sconfitta d’esordio di Venezia al crollo di Modena, passando per il passo falso di Palermo e il tonfo di Reggio Emilia (3-1), il Bari in trasferta è apparso fragile, smarrito, talvolta rinunciatario. L’unico segnale di vita è arrivato a Chiavari, il 30 settembre, con il 2-2 strappato alla Virtus Entella dopo novanta minuti di sofferenza e disordine tattico. Troppo poco per una squadra che ambisce a ben altro. Ecco perché la serata ligure può e deve rappresentare una svolta. Vincere a La Spezia significherebbe non solo raggiungere quota 15 in classifica, ma dare un seguito concreto al doppio successo casalingo che ha restituito ossigeno e un po’ di serenità all’ambiente.
Le vittorie sul Mantova (1.0) e sul Cesena dell’ex Mignani (1-0) hanno rilanciato i biancorossi, ma restano confinate tra le mura amiche. Undici dei dodici punti fin qui raccolti sono arrivati al San Nicola. Un bottino che fotografa una squadra capace di imporsi solo davanti al proprio pubblico. Vittorie spesso arrivate con un pizzico di fortuna - come contro Padova e Mantova - e segnali contrastanti sul piano tattico. Nel secondo tempo contro il Cesena, Caserta ha trovato un equilibrio un po’ più convincente con il trequartista alle spalle delle due punte mantenendo la difesa a tre e una maggiore compattezza in mezzo al campo.
Il problema, semmai, è riuscire a replicare lo stesso spirito lontano da Bari. E l’occasione di questa sera, contro uno Spezia in piena crisi, sembra propizia. I liguri arrivano alla dodicesima giornata con appena 7 punti in tasca e una panchina già cambiata. Via D’Angelo, dentro Roberto Donadoni, chiamato a rianimare un gruppo in evidente difficoltà.
Al «Picco» lo Spezia ha finora raccolto soltanto tre punti su sei gare, perdendone quattro. Una resa casalinga che descrive meglio di qualsiasi tabella la fragilità dei bianchi. Dei quattro pareggi totali, tre sono arrivati proprio tra le mura amiche, segno di una squadra che fatica a imporsi anche quando il fattore campo dovrebbe pesare. Numeri che Caserta non può ignorare. Lo Spezia, come il Bari, ha segnato 10 gol e ne ha subiti 15. Statistiche speculari che però nascondono storie opposte. Se per i liguri la crisi è evidente, per il Bari si tratta di una sfida alla propria timidezza, una prova di maturità più che di tecnica. Il calendario, poi, offre un’altra spinta.
I biancorossi devono ancora recuperare la trasferta di Castellammare di Stabia, rinviata e riprogrammata per il 4 dicembre. Un eventuale successo stasera significherebbe presentarsi a quel recupero con una classifica più serena e con la possibilità di guardare finalmente verso la parte sinistra della graduatoria. Per riuscirci servono fame, coraggio e quella dose di cattiveria agonistica che in trasferta è sempre mancata.
Capitolo formazione. Infortunati Vicari e Darboe, Caserta dovrebbe confermare il 3-4-1-2 del secondo tempo col Cesena. Recuperato Kassama, in difesa giocherebbero comunque Pucino, Nikolaou e Meroni. Centrocampo a quattro con Dickmann e Dorval esterni, più Verreth e Braunoder in mezzo. Castrovilli possibile trequartista (favorito su Partipilo) a supporto di un probabile tandem offensivo composto da Moncini ed uno tra Gytkjaer e Cerri.