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Modugno, i voti del clan Parisi nelle Comunali: in carcere l'assessore Antonio Lopez candidato alle Regionali con FI. Indagato il sindaco Bonasia TUTTI I NOMI
L'indagine della Dda sulle elezioni del 2020: voti dalla mafia anche per sostenere il primo cittadino al ballottaggio. Nel mirino pure un accordo per le Europee 2024. L'ira del segretario regionale D'Attis: «Da noi non c’è spazio per chi ha rapporti con la mafia»
Un candidato (poi eletto) alle elezioni comunali di Modugno e quindi nominato assessore alle Attività produttive, Antonio Lopez, 40 anni, avrebbe chiesto aiuto ad esponenti di spicco del clan Parisi di Bari. E' per questo che oggi 5 novembre i militari della Guardia di Finanza di Bari insieme ai collegi dello Scico lo hanno portato in carcere insieme ad altre cinque persone su richiesta del pm della Dda Fabio Buquicchio e su disposizione del gip Giuseppe Montemurro. Ai sei sono contestate le accuse - a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità - di scambio elettorale politico mafioso, estorsione e detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo. Nel fascicolo è indagato a piede libero, tra gli altri, anche il sindaco in carica Nicola Bonasia, sostenuto da liste civiche di varia estrazione.
Per scalare la politica locale, secondo l’accusa, Lopez avrebbe acquistato voti da esponenti dei Parisi (con in testa Michele Parisi detto "Gelatina", fratello di Savinuccio recentemente scomparso) in cambio di denaro e della disponibilità a soddisfare le esigenze del gruppo mafioso, e in occasione del ballottaggio avrebbe «fatto da tramite» per procacciare voti al candidato sindaco Nicola Bonasia, poi eletto, in cambio della promessa, poi mantenuta, di garantire l’assunzione di un affiliato al clan che si era impegnato personalmente a procurare le preferenze. Lopez, 30 anni, imprenditore della termoidraulica eletto a Modugno con la lista civica «Modugno per le imprese e il commercio» con 195 voti, è esponente della Dc. Lopez è candidato alle elezioni regionali del 23 e 24 novembre con la lista di Forza Italia.
Altre cinque persone (tra cui lo stesso Lopez) sono poi indagate per un vero e proprio «summit» che si sarebbe svolto nell’abitazione di uno dei vertici del clan Parisi per accordarsi in vista delle Europee 2024. L’accordo avrebbe visto l’impegno di trovare voti per un candidato (risultato in questo caso estraneo ai fatti) in cambio di denaro agli esponenti dell'organizzazione mafiosa.
Dalle indagini è poi emerso – sempre secondo l’ipotesi di accusa – che un imprenditore agricolo foggiano si sarebbe rivolto allo stesso esponente dei Parisi per recuperare (o tentare di recuperare) i propri crediti da altri imprenditori agricoli, minacciando le vittime di «tagliare» il loro raccolto e riconoscendo poi metà di quanto riscosso all’esponente del clan. L’imprenditore, l’uomo dei Parisi e un terzo pluripregiudicato sono accusati anche di detenzione e porto illegale di armi.
Gli altri arrestati sono Cristian Stragapede, 35 anni, di Modugno, Luca Di Bari, 37 anni, di Bari, Felice Giuliani, 59 anni, di Stornara, Valerio Potito Giuliani, 22 anni di Cerignola e Giuseppe Fattorusso, 66 anni di Angri.
D'ATTIS (FI): "SE ACCUSE CONFERMATE, DA NOI NON C'È SPAZIO PER CHI COMPRA I VOTI O HA A CHE FARE CON LA MAFIA"
"Abbiamo grande rispetto delle indagini in corso e non tiriamo mai sentenze prima del tempo. Ma certo qui, in Forza Italia, non potrà mai esserci spazio per chi compra i voti o ha anche solo vagamente a che fare con la mafia. Sulla vicenda dell'arresto del candidato deella circoscrizione di Bari, Antonio Lopez, preciso che la segreteria regionale del nostro partito compie, nella redazione delle liste, un controllo formale. Da tale verifica, nulla di opaco era desumibile a suo carico, avendo il certificato penale pulito. Le considerazioni politiche sul suo ingresso nel partito e, dunque, nella lista provengono da valutazioni locali che hanno traghettato il passaggio dell'assessore comunale dalla Dc a Fi. Se le accuse saranno confermate, non c'è altro da fare che prendere nettamente le distanze: sulla lotta alla mafia bisogna essere in prima linea sempre, senza se e senza ma".