Il caso
Bari, migranti picchiati al quartiere Libertà: identificati due aggressori
Avvisi orali del questore, «misure di prevenzione nei luoghi della movida»
Sono stati identificati due dei presunti autori delle aggressioni che un anno fa si ripetevano quasi quotidianamente nel quartiere Libertà ai danni di cittadini migranti e che provocarono la reazione di residenti e associazioni con l’organizzazione di iniziative e marce per gridare «fuori la violenza dal quartiere Libertà». Nelle scorse ore il questore di Bari Massimo Gambino ha emesso due avvisi orali nei confronti di due ragazzi, entrambi maggiorenni, già noti alle forze dell’ordine. I due sono stati identificati durante le indagini per i fatti accaduti tra settembre ed ottobre del 2024.
L’episodio più eclatante fu la brutale aggressione commessa la notte di Halloween dello scorso anno quando un gruppo di giovanissimi con le molotov e i sassi prese a calci e pugni un lavoratore straniero. I ragazzini, incappucciati e armati di uova, farina, sassi e bombe fatte in casa misero a ferro e fuoco alcune zone della città, incendiando cassonetti e rompendo i vetri dei bus cittadini. Ma l’aggressione al cittadino migrante, preso a calci e pugni in piazza del Redentore innescò la reazione della città. Le immagini del pestaggio furono postate sui social e in poche ore diventarono virali. E qualche giorno dopo i comitati e le associazioni di Bari e del Libertà si diedero appuntamento nella stessa piazza dell’aggressione, davanti alla chiesa del Redentore, per una marcia organizzata al fianco delle comunità migranti e chiedere interventi concreti a contrasto della violenza che stava avvolgendo le strade del quartiere.
«Le bande, le aggressioni ai danni di migranti si susseguono e moltiplicano» in «un clima di paura che non è più tollerabile, specie la sera, quando si spengono le luci dei negozi» raccontarono i manifestanti, ricordando che l’aggressione ai danni di un extracomunitario la notte di Halloween da parte di una banda di giovanissimi era stata «solo una delle tante». Fece scalpore perché immortalata in un video, ma «tantissime altre si consumano nel silenzio, nello spavento di quanti vivono in questo quartiere» dissero le associazioni, invocando non un regime di polizia, ma politiche di integrazione più incisive.
La città violenta, che viene raccontata anche nelle ultime settimane e che spesso ha per protagonisti proprio gruppi di migranti che nelle piazze del centro spacciano e si feriscono a colpi di bottiglie e coltelli, è infatti solo un lato della medaglia. Ci sono esplosioni che rivelano un disagio più profondo e che nasce, in alcuni casi, dalla sempre più diffusa circolazione di droghe e dal sistema dell’integrazione che non riesce a rispondere ai bisogni.
L’individuazione degli autori delle aggressioni, le ultime - che hanno costretto le istituzioni a predisporre una nuova strategia di intensificazione dei controlli - ma anche quelle dei mesi precedenti, che ebbero come risposta l’istituzione di una «zona rossa» tra stazione, piazza Umberto e quartiere Libertà, «rientra - spiega la Questura - nell’ambito delle misure di prevenzione disposte al fine di garantire maggiore sicurezza nei luoghi di aggregazione e contrastare episodi di illegalità diffusa».