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Una panchina distrutta dai vandali sul lungomare di Bari: «Chi devasta il bene comune va isolato»

 
Redazione online

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Una panchina distrutta dai vandali sul lungomare di Bari: «Chi devasta il bene comune va isolato»

La denuncia sulla pagina Facebook del Comitato Salvaguardia Zona Umbertina: ennesimo episodio di degrado urbano

Domenica 31 Agosto 2025, 15:12

Una panchina completamente distrutta, ridotta in pezzi sul lungomare di Largo Giannella a Bari. È l’ennesimo episodio di vandalismo urbano che, nella notte tra sabato e domenica, ha colpito il cuore della città. La denuncia è arrivata attraverso i canali social del Comitato Salvaguardia Zona Umbertina, impegnato nella difesa del quartiere.

L’immagine, in poche ore, ha fatto il giro del web suscitando reazioni di rabbia e amarezza. C’è chi punta il dito contro la mancanza di controlli: «Al Largo ci sono numerosissime telecamere collegate alla polizia locale, se non vengono individuati gli artefici di questo degrado allora si trovino i responsabili della loro mancata individuazione». Altri invocano pene esemplari: «Se gli autori si puniscono severamente, questi atti finiscono, un paese che non punisce chi sbaglia non ha futuro».

Il tema dei costi sociali ed economici del vandalismo ritorna con forza. «Fino a pochi anni fa i danni si stimavano sui tre milioni di euro annui, che credo siano aumentati. Con tre milioni si realizzano servizi che questi disgraziati impediscono», sottolinea un altro utente. C’è anche chi prova a leggere l’accaduto in maniera differente, osservando che il danneggiamento potrebbe essere legato a problemi strutturali: «Sembrava più un problema di blocchi arrugginiti, ma posso anche sbagliarmi».

In ogni caso, la richiesta che emerge dalla comunità è chiara: «Serve un cambiamento culturale – si legge nella nota di accompagnamento alla denuncia – chi devasta il bene comune deve essere isolato socialmente e punito concretamente. La città che vogliamo non può essere ostaggio di pochi incivili. Difendere l’arredo urbano significa difendere la dignità di Bari».

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