il problema
Bari, giorni di fiamme nel Cpr: non si fermano le proteste dei migranti
I collettivi fanno sapere che ci sarebbe una persona «con fratture a gambe e braccia» che non verrebbe accompagnata in ospedale. Una circostanza, questa, che ha fatto riaccendere le proteste.
Principi di incendio e proteste negli ultimi due giorni all’interno del Centro di permanenza e rimpatrio (Cpr) di Bari vengono segnalati da collettivi di attivisti che inviano anche foto e video del fumo che fuoriesce dalla struttura. Secondo quanto comunicato, gli ultimi episodi risalirebbero a ieri. La polizia conferma che ieri dei migranti hanno dato fuoco ad alcune suppellettili e a materassi, per cui sono intervenuti anche i vigili del fuoco.
I collettivi segnalano che le proteste riguardano le "condizioni disumane» in cui si vive all’interno del Cpr. E riferiscono che ci sarebbe una persona «con fratture a gambe e braccia» che non verrebbe accompagnata in ospedale. Una circostanza, questa, che ha fatto riaccendere le proteste. Uno di loro, dopo aver partecipato alla protesta - riferiscono sempre gli attivisti - sarebbe stato messo «in isolamento all’interno del Cpr».
La Prefettura: l'uomo ferito è stato soccorso
Fonti della Prefettura di Bari riferiscono che il cittadino straniero feritosi nel tentativo di darsi alla fuga, durante una protesta avvenuta la notte del 21 luglio scorso, nel Centro per il Rimpatrio di Bari-Palese, è stato immediatamente soccorso e trasportato presso il locale pronto soccorso, dove ha ricevuto tutte le cure mediche necessarie.