L'approfondimento

I tre falsi nella pergamena di Fiorella: ecco come ha modificato la laurea vera per vincere il concorso

Massimiliano Scagliarini

La moglie del consigliere regionale Caracciolo indagata dopo l'articolo della «Gazzetta». E il Garante bacchetta l'Università di Bari: non c'è alcuna privacy, quei documenti sono pubblici

Carmela Fiorella ha ottenuto la laurea magistrale in Scienze delle amministrazioni il 26 settembre 2012, lo stesso giorno riportato nella pergamena falsa che la moglie del consigliere regionale Filippo Caracciolo ha utilizzato per vincere il concorso da dirigente in Aeroporti di Puglia. La «patacca», dunque, sembrerebbe essere stata creata partendo dal documento vero, nel quale sembrerebbero essere state modificate solo alcune parti.

È quanto si può affermare dopo che il presidente dell’Autorità garante per la privacy ha costretto l’Università di Bari a consegnare alla «Gazzetta» il certificato di laurea della Fiorella, certificato che a maggio l’Ateneo aveva illegittimamente rifiutato di trasmettere a chi scrive accampando un (inesistente) diritto alla privacy ed altrettanto fantasiose e inesistenti «attività ispettive». Sia il Garante, che il ministero dell’Università, hanno però spiegato al direttore generale Gaetano Prudente che esiste un interesse pubblico nella conoscenza di quel certificato.

A quel punto l’Università ha dovuto consegnare il documento, ma ha incredibilmente rifiutato di trasmettere alla «Gazzetta» la copia del parere con cui il 12 giugno il Garante l’ha sbugiardata: l’Autorità ha infatti spiegato agli ineffabili funzionari che «non emergono elementi di evidente chiarezza in ordine» alla necessità di tutelare la privacy della Fiorella, visto oltretutto che «alcune informazioni di tipo personale sono state rese pubbliche dallo stesso soggetto interessato». Dopo l’articolo della «Gazzetta» la moglie dell’ex Pd Caracciolo aveva infatti ammesso la falsificazione del certificato spiegando di aver ottenuto una laurea in una diversa materia. Questo parere è stato poi pubblicato sul sito del Garante, a testimonianza dell’importanza del caso.

Dopo l’articolo della «Gazzetta» la Fiorella ha ammesso tutto e si è dimessa dal posto di capo del personale in Aeroporti, per il quale serviva la laurea in Giurisprudenza o in Economia che la 38enne barlettana si è autofabbricata. Aeroporti ha a sua volta mandato le carte in Procura, dove il procuratore aggiunto Ciro Angelillis e il pm Baldo Pisani hanno iscritto Fiorella con l’ipotesi di falso ideologico e materiale. Partendo da quanto scoperto dalla «Gazzetta», i carabinieri della Pg hanno ascoltato numerosi testimoni per ricostruire la vicenda, facendo emergere altri possibili elementi critici a partire dal curriculum e da altri titoli. Fiorella aveva dichiarato la laurea falsa anche ad Acquedotto Pugliese, dove era stata nominata in consiglio di amministrazione su indicazione di Caracciolo.

Confrontando il certificato (vero) con la pergamena (falsa) si vede che una «manina» ha modificato tre elementi. La materia («Scienze della amministrazioni» è diventato «Economia e management»), la classe di laurea (il «63» di Lm-63 è diventato il «77») e la descrizione (dopo la parola «Classe» è stato aggiunto «delle Scienze economico-aziendali»). A un occhio attento la modifica era facile da rilevare: a parte la evidente differenza nel «font» utilizzato per le correzioni rispetto al resto della pergamena, all’Università di Bari dovrebbero sapere che da almeno un ventennio al Dipartimento di Economia non ci sono sedute di laurea a settembre. Avrebbe potuto accorgersene ad esempio il presidente della commissione di concorso, Giuseppe Pirlo, che è professore ordinario all’Università di Bari e che è stato sentito dai carabinieri per spiegare l’iter che ha portato Fiorella a vincere il concorso da unica candidata. Sarà ora la Procura a tirare le somme della vicenda. Resta il fatto, però, che l’Università di Bari - teoricamente danneggiata dal comportamento della Fiorella - ha fatto di tutto affinché questi elementi di verità rimanessero nascosti al pubblico.

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