Il caso
Informatico ucciso a Santo Spirito, chiuse le indagini: «Delitto con crudeltà»
Gli accertamenti hanno escluso che la vittima avesse assunto droghe. L'omicidio di Dogna, confessato da Antonio Rizzi, resta senza un movente
Omicidio volontario con l’aggravante della crudeltà: è il reato contestato al 42enne Antonio Rizzi per la morte del 63enne Francesco Dogna, l’informatico barese il cui corpo senza vita fu trovato la mattina dell’8 gennaio in una pozza di sangue nella sua casa a Santo Spirito. La Procura di Bari ha chiuso le indagini sul delitto, confessato dall’indagato, che è in carcere da alcuni giorni dopo l’assassinio.
Gli accertamenti dei carabinieri, coordinati dalla pm Carla Spagnuolo, hanno cristallizzato le responsabilità del 42enne, pur non trovando un vero movente alla base del delitto. Ai magistrati l’assassino ha spiegato di essere andato a casa di Dogna per consumare droga insieme, come facevano occasionalmente da una decina di anni a questa parte (si erano conosciuti quando Rizzi puliva gli uffici della Regione dove lavorava la vittima), di aver poi reagito ad una minaccia - dopo il rifiuto della vittima a dargli altro crack - e di aver colpito per non essere colpito, fuggendo nella notte per paura. La consulenza medico legale sulla vittima, però, ha escluso che il 63enne avesse assunto droga...
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