il caso
Le pastaie di Bari Vecchia attivano lo Spid: l’impresa domestica è la soluzione
Nuovo appuntamento in Comune. Sei donne artigiane hanno sposato il percorso suggerito da palazzo di Città: mercoledì prossimo i primi incontri per la regolarizzazione
BARI - Un altro passo per regolarizzare la posizione delle pastaie di Bari Vecchia. L’amministrazione comunale prosegue il percorso al fianco delle artigiane del centro storico, finite al centro di prima delle polemiche riguardanti la vendita del tipico prodotto (lo scorso settembre un turista rivelò di aver acquistato come fresca pasta di origine industriale), poi di sanzioni per non aver ancora messo a norma produzione e vendita. Ieri negli uffici dell’assessorato di piazza Chiurlia, si è svolto un nuovo incontro tra l’amministrazione comunale, rappresentata dall’assessore allo Sviluppo locale Pietro Petruzzelli e dal responsabile delle politiche di economia urbana dello staff del sindaco Roberto Covolo, e alcune pastaie che da alcuni mesi hanno scelto di collaborare partecipando a un iter di regolarizzazione in collaborazione con la Asl e le associazioni di categoria.
Nel dettaglio, sono state presentate le linee guida per la produzione di pasta fresca in casa e la relativa vendita diretta. Il primo passo sarà costituire un’Impresa alimentare domestica (Iad) per la quale sarà utile un’ identità digitale e la carta d'identità elettronica con il suo pin. In alternativa, si può ricorrere ad no smartphone per l’utilizzo degli strumenti digitali, una Pec, una firma digitale. Indispensabili l’iscrizione alla Cciaa di Bari, nonché la Segnalazione Certificata di Inizio Attività avviata attraverso lo Sportello Unico Attività Produttive e notificata all’Asl. Gli operatori di Porta Futuro Bari forniranno assistenza per gli adempimenti amministrativi. Mercoledì prossimo si terranno i primi incontri per avviare la procedura di regolarizzazione delle prime sei pastaie.
«Siamo nella direzione giusta», spiega l’assessore Petruzzelli. «Le nostre artigiane stanno acquisendo consapevolezza del potenziale della loro attività per lavorare nel pieno rispetto delle regole. La città deve compiere un passo avanti rispetto ad alcune dinamiche che, pur fungendo da attrattore turistico, non possono eludere le regole basilari in materia di igiene, sicurezza e fiscalità. Ci auguriamo che alle prime sei pastaie se ne aggiungano altre».
Riguardo i requisiti igienico-sanitari, le linee guida prevedono un sistema di autocontrollo semplificato per la tipologia di alimenti che si intende produrre. Le condizioni d’igiene dei locali e delle attrezzature utilizzate per la preparazione della pasta dovranno essere sempre garantite adeguando i locali (con l’applicazione di zanzariere alle finestre e la presenza di contenitori per i rifiuti in buono stato di pulizia), le attrezzature utilizzate, l’igiene del personale. Non si potrà, inoltre, preparare pasta fresca all’esterno, se non a scopo dimostrativo, così come materie prime e ingredienti devono essere conservati correttamente per evitare deterioramento e contaminazione.
Inoltre, i materiali a contatto con gli alimenti dovranno essere marchiati con la dicitura «idoneo per alimenti» e stoccati in modo da evitare la contaminazione. Previsti, infine, alcuni adempimenti relativi alla tracciabilità: per i prodotti in entrata, dovranno essere conservati i documenti fiscali che riguardano l’acquisto della materia prima, per quelli in uscita (solo nel caso di vendita ad altri Osa) bisognerà conservare i documenti relativi a elenco dei clienti, tipologia, lotto di appartenenza e quantitativo fornito. Il piano di autocontrollo alimentare fa parte delle procedure previste dal protocollo Haccp che deve riportare le linee guida per la prevenzione dei rischi alimentari.