BARI - «Che pezzi di m…». È un’espressione colorita, certo, ma la voce di un turista in visita all’Arco Basso esprime bene la delusione dei visitatori che, questa mattina, sono giunti nel cuore di Bari Vecchia per trovarsi poi di fronte a un cartello, nel vicolo delle «signore delle orecchiette»: «Chiuso perché il Comune non vuole più farci lavorare. Lutto orecchiette». Il messaggio, lapidario, è posto su una spianatoia in legno con un cumulo di farina di grano che sembra un piccolo vulcano, accanto un essiccatore per alimenti su cui però non ci sono le orecchiette diventate simbolo della città antica.
Insomma le pastaie, dopo le multe per occupazione di suolo pubblico ricevute nei giorni scorsi, sono tornate ad incrociare i mattarelli e non impastare oggi in segno di protesta. «Non sappiamo per quanto andremo avanti», racconta una di loro. «Fino a quando non si sblocca la situazione». La “situazione” a cui si riferisce, ovviamente, è quella della regolarizzazione delle loro attività.
«Il Comune di Bari non vuole farci lavorare e così affossa la tradizione», spiega Franca che, con la figlia e la sorella, produce tantissime orecchiette ogni giorno. «Ci hanno fatto fare il corso Haccp che non ci serve», aggiunge. Il riferimento è al corso di formazione obbligatorio voluto da Palazzo di città anche per le pastaie e finalizzato alla garanzia della sicurezza alimentare dei prodotti. «Nessuno risponde al cellulare: né il sindaco, Vito Leccese, né l’assessore Pietro Petruzzelli», continua Franca. La decisione di non lavorare gli impasti arriva dopo «le multe da cinquemila euro fatte dalla guardia di finanza e per l’occupazione del suolo pubblico - riferisce Franca - noi vogliamo regolarizzare tutto ma abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica cosa e come fare».
L’Arco Basso, solitamente affollato di turisti, questa mattina si è svuotato. Le carovane passano velocemente mentre le guide raccontano la tradizione, senza poterla però mostrare.
«Oggi c'è così tanta gente che ci dispiace anche per loro. Io voglio che sia chiaro che noi siamo disposte a tutto pur di portare avanti la nostra tradizione», conclude Franca.
«Siamo molto dispiaciuti - raccontano due turisti tedeschi - avevamo letto delle signore delle orecchiette sulle guide online ed eravamo molto ansioso di conoscerle. Ma che cosa è successo?» E dopo un breve recap della situazione, restano quasi interdetti. «Speriamo la situazione si risolva..»
«Mi sono recato dalle pastaie. Loro sanno che le sanzioni che hanno ricevuto solo legate esclusivamente alla sanzione di orecchiette industriali: quello che vorrei fosse chiaro, a loro come a tutti, che non sono quelle a rappresentare la tradizione della città». A parlare è l'assessore Pietro Petruzzelli. «Continuo a credere che loro, con la loro attività legata alla pasta fresca, rappresentino un argine alla gentrificazione della città vecchia, ed è per questo che continueremo il percorso di affiancamento del Comune. Nunzia mi ha chiesto un'accelerazione per ottenere il permesso di occupazione del suolo pubblico, altre per la messa in regola per la vendita di orecchiette industriali. Quindi la vicinanza dell'amministrazione comunale è immutata. La polizia locale non c'entra niente con le sanzioni: si tratta di un'indagine avviata in seguito alla denuncia di un privato dalla magistratura».