la città che (non) ci piace
Bari e il declino dello Stadio del nuoto: è andata ancora a vuoto la gara per la concessione
Finora l’attesa vana di potenziali investitori. E la vasca olimpica esterna attende ancora i lavori di recupero già finanziati con 2,25 milioni del bando Sport e Periferie
BARI - Adesso il nodo si chiama «gestione». In attesa di potenziali investitori che, almeno per il momento, non si sono fatti avanti. Va deserta a Bari la gara per la concessione decennale dello Stadio del Nuoto, il piccolo gioiello comunale di viale di Maratona, nei pressi della Fiera del Levante e diventato un punto di riferimento non solo per il mondo del nuoto e dalla pallanuoto, ma soprattutto per l’avviamento allo sport di tanti bambini e adolescenti.
Lo scorso 7 maggio sono infatti scaduti i termini del bando, ma nessuna proposta è pervenuta, costringendo quindi il Comune a valutare una seconda pubblicazione, soprattutto per scongiurare la paralisi delle attività visto che l’attuale gestione, affidata alla Waterpolo, è in proroga sino al prossimo settembre. E di conseguenza il tempo stringe.
Il valore complessivo della concessione, messa a bando, è pari a 7 milioni e 865mila euro e riguarda la gestione di oltre 20mila metri quadri di spazi comprendente edifici, zone attrezzate scoperte e l’area parcheggio recintata di oltre 4mila metri quadri destinata a ospitare circa 180 posti auto. Senza dimenticare soprattutto tutta la parte sportiva, come la piscina semi-olimpionica e quella per la pallanuoto con tribuna da 700 posti, la palestra, l’area benessere con solarium, saune e idromassaggio, spazi per uffici, bar e ristorante.
Tutte attività di gestione a carico del concessionario, incluse anche le opere di manutenzione ordinaria, con quella straordinaria in capo invece al Comune. Al gestore viene anche data facoltà di organizzare, anche affidando a terzi, attività complementari di bar, ristorazione, benessere psico/fisico, ricreative, culturali e del tempo libero e di vendita di prodotti per il merchandising. Quindi un bando di concessione con varie attività diversificate, ma forse economicamente insostenibile per gli investitori, anche a fronte dei 75mila euro all’anno garantiti dal Comune come intervento pubblico di sostegno, funzionale al conseguimento e al mantenimento dell’equilibrio economico. Un contributo però ben lontano dai 100mila euro previsti invece dieci anni fa e in uno scenario sicuramente diverso e meno complesso.
Dopo il Covid infatti il costo dell’energia è schizzato alle stelle trasformando in energivori soprattutto gli impianti sportivi. E nel caso delle Piscine Comunali serve un vero efficientamento energetico (annunciato da anni, ma mai concretamente realizzato). Parallelamente ci sono anche altri nodi da risolvere per rendere più attrattivo e competitivo l’impianto. In primis lo stato della piscina esterna da 50 metri che è a rischio crollo per la fatiscenza dei pilastrini e che attende ancora i lavori di recupero, già finanziati con 2 milioni e 250mila euro del bando Sport e Periferie, e che il Comune intende avviare non appena terminate tutte le fasi propedeutiche all’avvio del cantiere.
Discorso diverso invece per la piscina al coperto da 35 metri, tornata agibile dopo i lavori che hanno riguardato il rifacimento del solaio, da dove un tempo cadevano pezzi di legno. Sono comunque in corso altri piccoli interventi per sistemare alcune infiltrazioni. Una situazione, tra piscine da sistemare e alti costi di gestione, che da quattro anni costringe la Waterpolo Bari, fiore all’occhiello della pallanuoto in Puglia, a giocare le partite casalinghe altrove. Praticamente condannati (sembra un paradosso) ad affrontare interi campionati restando sempre in trasferta e non tra le mura amiche di viale di Maratona.