A un mese dalla tragedia

Palazzina crollata a Bari, via allo smaltimento delle macerie. I residenti della zona: «Ancora tanti disagi»

Davide Lattanzi

Il Comune sta completando l’affidamento delle opere da condurre nell’area

BARI - Si sblocca la vicenda sullo smaltimento delle macerie nel quartiere Carrassi. Nelle prossime ore dovrebbe finalmente partire la complessa opera di rimozione del notevole cumulo di calcinacci, detriti e rifiuti prodotti innanzitutto dal crollo (avvenuto lo scorso 5 marzo) del palazzo ubicato tra via Pinto e via De Amicis, nonché dalla successiva rimozione controllata della parte di fabbricato che aveva «resistito» inizialmente all’implosione.

Sarà il Comune a farsi carico in prima battuta dei lavori: scaduto, infatti, senza esito il termine di sette giorni contenuto nell’ordinanza sindacale rivolta ai proprietari degli appartamenti del civico collassato. Secondo la disciplina civilistica, sarebbe toccato a loro l’onere dell’opera, ma il pool di avvocati che difende il condominio del civico 6 rivendica le motivazioni di salute pubblica a sostegno di lavori che, secondo i legali, spetterebbero all’ente locale, anche in virtù delle indicazioni provenienti dalla Procura che gestisce l’area sottoposta a sequestro probatorio. Possibile, in ogni caso, che l’amministrazione valuti successivamente l’azione «in danno» nei confronti dei proprietari degli appartamenti. La priorità, tuttavia, è procedere con urgenza al ripristino dell’area. Proprio in queste ore, da Palazzo di Città si stanno completando le procedure di affidamento alla ditta incaricata dello smaltimento delle macerie.

I disagi dei residenti Polveri e rifiuti caratterizzano la zona creando una serie di criticità anche ai residenti delle palazzine attigue. Emblematico, ad esempio, il caso degli abitanti dei civic 4,6 e 8 di via De Robertis. Malgrado gli appartamenti sgomberati nei giorni del crollo siano ora regolarmente agibili, molti residenti sono ancora appoggiati allo studentato Adisu di via Camillo Rosalba. «Allo stato attuale è impossibile tornare in casa», afferma un condomino di via De Robertis 4. «Le macerie generano troppa polvere che si addensa in casa, ma anche il passaggio è complicato dal cumulo di detriti. Inutile negare che l’area non sia salubre. Siamo in molti ad aver deciso che rientreremo soltanto quando la zona sarà bonificata». Nel frattempo, però, sono state individuati alcuni «slot» orari in cui tali famiglie, previo accordi con i Vigili del Fuoco, potranno ripassare dalle loro case per prelevare beni di prima necessità.

Al contempo, prosegue pure la messa in sicurezza del civico 16: le opere dovrebbero concludersi entro la settimana, ma difficilmente l’edifico recupererà l’agibilità in tempi brevi.

Aggiudicato il servizio di rimozione delle macerie

Si è conclusa la procedura negoziata per l’aggiudicazione, con il criterio del prezzo più basso, del servizio di rimozione delle macerie relative al crollo della palazzina in via De Amicis - via Pinto avvenuto il 5 marzo scorso a Bari. L’azienda individuata è la Cericola Srl, con sede legale nel Comune di Lanciano (Chieti). Questa mattina, dunque, i responsabili dell’impresa, accompagnati dai tecnici comunali - sottolinea una nota del Comune - hanno fatto un primo sopralluogo sul cantiere per la valutazione sullo stato dei luoghi e per l’individuazione delle operazioni più urgenti da eseguire. Allo stato attuale l’amministrazione comunale è in attesa di ricevere le prescrizioni del consulente tecnico nominato dalla Procura di Bari e il piano di lavoro complessivo dell’impresa.
«L'obiettivo - sottolinea la nota - è quello di rimuovere le macerie nel più breve tempo possibile in modo che i condomini di via De Robertis 4 possano rientrare al più presto e che i dipendenti del Municipio II possano tornare a lavorare in sede». Il Comune ribadisce, inoltre, che «i risultati delle analisi effettuate sulle polveri dal 31 marzo al 2 aprile da Ecotrend, la ditta specializzata incaricata dal Comune di Bari, confermano ancora una volta l’assenza di fibre di amianto aerodisperse nell’area del crollo».

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