il caso
«Bari, il miracolo dopo la visita per l'invalidità alla sede Inps: una donna si alza dalla sedia a rotelle e riprende a camminare»
Il racconto sui social del maresciallo dei carabinieri in congedo che ha assistito alla scena in un parcheggio: «E i disabili veri pagano le conseguenze»
BARI - Una storia che sembra uscire pari pari dalla sceneggiatura di un film, quelli che nascono comici ma con le risate amare denunciano le storture del nostro Paese. E invece no; è tutto vero, tanto quanto la credibilità di chi, alla storia in questione, ha assistito e si è messo a raccontarla sui social, ovvero del maresciallo dei carabinieri in congedo Saverio Santoniccolo.
La scena: lungomare di Bari, nei pressi della sede Inps. Santoniccolo, investigatore di razza, spettatore d'eccezione, è in attesa di trovare parcheggio proprio in zona.
La sua attenzione è rivolta ad un uomo di mezza età che passeggia nervoso davanti alla sua auto, una Fiat Punto azzurra, parcheggiata sulle strisce blu. L'attesa a quanto pare si prolunga. Il posto per l'auto del maresciallo in congedo non si libera, ma in compenso il proprietario della Punto va incontro a due signore, «verosimilmente madre e figlia»: una seduta sulla sedia a rotelle, l'altra intenta a spingere la carrozzina.
Le due donne escono dalla sede Inps e l'uomo, ad alta voce e in barese, chiede loro «come è andata»: non è difficile immaginare a cosa si riferisca la domanda, considerando che la donna che spinge la carrozzella, a voce altrettanto alta, risponde «alla grande, è andata bene».
E fin qui, nulla da eccepire: quella alla quale si sta assistendo parrebbe la (positiva) conclusione di una tra le tante visite nella sede Inps per il riconoscimento di invalidità civile. In questo caso, più che evidente, per il requisito di disabilità motoria.
A questo punto, però, accade l'inimmaginabile. Intercessione divina? San Nicola ci mette del suo?
Qualcosa sfugge all’umana considerazione, il miracolo sarebbe sotto gli occhi di tutti: giunte vicino alla Fiat Punto, la donna sulla sedia a rotelle, verosimilmente disabile, si alza «con slancio atletico» per accomodarsi sul sedile posteriore destro della vettura, «costretta a qualche manovra sistemativa a causa degli spazi non proprio generosi».
L'uomo chiude la carrozzella e la posiziona nel bagagliaio: si mette alla guida, accanto a lui siede l'altra signora. E si allontanano, nemmeno troppo sorpresi del «miracolo» appena avvenuto.
Va anche detto che alcune patologie non sono incompatibili con il fatto di camminare, ma ti costringono all’uso della carrozzina, per esempio per salire le scale. E’ questa dunque la fine di una «storia triste italica e i disabili veri pagano le conseguenze» come nell’amaro commento del carabiniere in congedo, oppure no?