Sabato 06 Settembre 2025 | 06:25

Mazzette alla Asl di Bari, in cinque (tra cui gli ex dirigenti Sansolini e Iacobellis) chiedono di patteggiare

 
Redazione online

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L'imprenditore Crisanti consegna di una tangente

Un solo imputato sceglie il rito ordinario: Regione e Asl si costituiscono parte civile. Altri quattro chiedono l'abbreviato

Mercoledì 02 Aprile 2025, 16:48

03 Aprile 2025, 17:41

BARI - Regione Puglia e Asl di Bari hanno chiesto di costituirsi parte civile nel processo a carico di Giuseppe Rucci, agente della Ism Impianti servizi medicali, e unico dei dieci imputati dell’inchiesta sul presunto giro di tangenti nella Asl di Bari ad aver scelto il rito ordinario. Rucci è accusato di corruzione insieme all’ex dirigente della Asl Nicola Sansolini, relativamente a un appalto da 148mila euro per i servizi di manutenzione degli impianti di distribuzione dei gas medicali nell’ospedale Di Venere di Bari. Sansolini, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto da Rucci una tangente «quale compenso illecito per avere compiuto atti contrari ai doveri d’ufficio e per quelli da compiere in futuro», come si legge nel capo di imputazione. L’importo della presunta mazzetta non è determinato. L’udienza è stata rinviata al 14 maggio per un difetto di notifica.


L'indagine condotta dalla pm Savina Toscani con il procuratore Roberto Rossi portò a novembre a una serie di arresti, tutti supportati da immagini inequivoche sulla consegna delle tangenti. Degli altri imputati, in tre hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato (l'ex funzionaria Concetta Sciannimanico e gli imprenditori Ignazio Gadaleta e Nicola Murgolo) e altri cinque hanno chiesto di patteggiare. Tra questi, anche Sansolini e il collega Nicola Iacobellis, per i quali però è stata respinta la richiesta di patteggiare una pena di cinque anni perché, tra difese e accusa, non si è trovato un accordo sull'importo da restituire come profitto illecito che i due avrebbero ricevuto a titolo di tangente. A sei imputati - Sansolini, Iacobellis, Sciannimanico, Gadaleta e gli altri imprenditori Giovanni Crisanti e Nicola Minafra - è contestata l'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. 

Un altro troncone dell'indagine, che riguarda presunte tangenti nei Comuni da parte di alcuni degli stessi imprenditori mandati a processo, è ancora in corso. La Procura dovrà valutare gli elementi raccolti dalla Finanza anche attraverso le intercettazioni.

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