Dopo aver ammirato, apprezzando l’elevato quoziente intellettivo messo in mostra, consiglieri comunali e del Municipio 2 liberi di aggirarsi tra le macerie della palazzina crollata in via Pinto e «selfarsi» sorridenti, sorge un dubbio: ma a chi spettava impedire e far impedire, prima che tutto venisse giù, che quello stabile fosse più o meno regolarmente abitato? A chi spettava impedire e far impedire che in via Pinto e nell’isolato di via De Amicis, strade mercoledì scorso improvvisamente travolte da tonnellate di macerie, si potesse regolarmente e tranquillamente passeggiare? E per di più a un soffio dagli uffici comunali e dagli agenti della polizia locale nel presidio nell’ex scuola «Del Prete».
Perché, è appunto il dubbio, se lo stabile era stato dichiarato inagibile, se il rischio crollo era acclarato, forse ci sarebbe da chiedere qualche spiegazione a chi, per la parte tecnica e per quella politica, ha il preciso dovere di vigilare sulla salute e la sicurezza dei cittadini. E questo al di là dell’incoscienza di chi nel palazzo continuava a viverci.
Se insomma, come probabile, siamo di fronte all’ennesimo episodio di sciatteria barese, un suggerimento ai «selfisti»: da quelle foto ricavate poster e tappezzateci la città a imperitura memoria dell’inutilità, a volte, di talune cariche pubbliche.