Il caso

Giorno del Ricordo: studenti di sinistra contestano incontro a Bari con il senatore Menia

Michele De Feudis

La replica dell'esponente di Fdi: «Vogliono negare il mio diritto di parola»

BARI - Tensione e polemiche per la presentazione a Bari, nella scuola Marco Polo, del libro “10 Febbraio, dalle foibe all’esodo” del senatore Roberto Menia, promotore della legge nazionale per il Giorno del ricordo, evento celebrato nei giorni scorsi dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella con parole di sdegno nei confronti dei “negazionisti” verso le violenze anti-italiane nel confine orientale.

L’arrivo del parlamentare di Fdi nell’istituto e’ stato preceduto da un presidio di studenti di estrema sinistra, con megafono e striscione, che hanno contestato l’iniziativa come presunto “revisionismo storico”. In una nota dell’Unione degli studenti si racconta che Menia avrebbe “deciso di intimidire i manifestanti”, e si attacca l’idea di democrazia con “violenza e propaganda” dei fascisti. La coordinatrice Uds Antonella Albergo: “Si e’ consentito di diffondere idee neofasciste nelle scuole”.

La scuola ha diffuso questa nota: “Coadiuvato dal Rappresentante di Consulta dell’istituto in cui si è svolto l’evento Alessandro Corrirossi, il senatore Menia, anche quest’anno come da tre anni, è a Bari per incontrare i ragazzi e raccontare la storia della sua famiglia, in particolare di sua madre, esule giuliano-dalmata costretta all’esilio per colpa dell’odio che i partigiani jugoslavi riservavano agli abitanti non slavi di quelle terre, cacciati e uccisi per la sola colpa di essere italiani”.

L’evento e’ stato introdotto dal presidente della Consulta Provinciale degli Studenti Giuseppe Palmisano “per sottolineare l’importanza della giornata del ricordo e per celebrare ancora una volta coloro che non hanno rinnegato l’amore per la propria Patria”.

Pronta anche la replica del senatore Menia: “Una piccola e pretestuosa contestazione fuori dall'Istituto Marco Polo di Bari, orchestrata tra l'altro da studenti che non la frequentano, non mi ha impedito questa mattina di raccontare anche ai ragazzi baresi la verità sulle foibe e sull'esodo. La mia missione resta una: la testimonianza di un eccidio di cui, ancora oggi, più di qualcuno ne mette in dubbio l’esistenza”. “Ancora una volta i campioni della democrazia e dei diritti volevano impedirmi di esercitare il principale diritto, la libertà di parola, di racconto e di espressione. Gesti che qualificano la sinistra italiana, votata alla totale incoerenza”, ha concluso il parlamentare giuliano. 

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