BARI - Finisce davanti al Tar l’appalto Pnrr da circa 6 milioni di euro per la messa a dimora di 91.493 piante, alberi e arbusti in undici comuni dell’area metropolitana, su una superficie complessiva di quasi cento ettari. La gara per l’affidamento dei lavori di impianto e manutenzione relativi a «interventi di riforestazione urbana ed extraurbana» nei territori di Bari, Altamura, Bitetto, Conversano, Gioia del Colle, Gravina In Puglia, Mola di Bari, Modugno, Noci, Putignano, Sannicandro di Bari e nella zona industriale gestita dal Consorzio Asi, è stato aggiudicato dalla Città Metropolitana poco prima di Natale, il 19 dicembre 2024, ad una ditta individuale salentina specializzata nella produzione e commercializzazione di materiale forestale e manutenzione di aree verdi.
Un raggruppamento di imprese foggiane concorrenti ha ora impugnato l’aggiudicazione. Lo stesso bando è peraltro già oggetto di un altro ricorso, la cui udienza è fissata per il prossimo 30 aprile. Così i giudici hanno rinviato a quella data la discussione nel merito.
IL PROGETTO CONTESO Si intitola «Dalla Murgia all’Adriatico» il progetto che la Città Metropolitana di Bari ha candidato, ottenendo un finanziamento di quasi 6 milioni di euro.
All’ente il Ministero ha assegnato complessivamente 21 milioni divisi in tre annualità, dal 2022 al 2024, per la messa a dimora di oltre 480mila fra alberi e arbusti su altrettanti ettari: mille piante per ettaro, quindi una pianta ogni 10 metri quadri. Per la prima annualità sono state inserite nel bando le proposte progettuali di undici Comuni e dell’Asi, per piantare in tutto più di 90mila alberi: 40 giorni per la messa a dimora delle piante e i cinque anni successivi per manutenere la nuove aree verdi.
IL RICORSO Il raggruppamento di cooperative agroforestali che ha impugnato il bando contesta l’attribuzione dei punteggi, l’anomalia dell’offerta e la modalità di prova dei requisiti previsti e chiede l’annullamento del contratto stipulato dopo l’aggiudicazione, con espressa richiesta di risarcimento.
Trattandosi di un progetto incluso nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e, in particolare, nell’avviso pubblico «Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano» del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, i giudici hanno ordinato che al contenzioso partecipino anche lo stesso Ministero e la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Entro dieci giorni, quindi, la società che ha presentato il ricorso dovrà provvedere all’integrazione del contraddittorio nei confronti delle amministrazioni centrali titolari degli interventi previsti dal Pnrr, le quali - dice il Tar - sono «parti necessarie» dei relativi giudizi.