il fenomeno
Case popolari a Bari, business abusivismo tra occupazioni e malavita
Appartamenti usati dai clan per spaccio di droga, mentre al San paolo, Japigia e Santa Rita, la criminalità realizza unità immobiliari illegittime negli spazi comuni degli edifici
BARI - Occupazioni abusive organizzate di edifici costruiti in regime di edilizia residenziale pubblica a fini malavitosi. Gli «espropri proletari» della piccola criminalità di quartiere non si fermano e non riguardano solo appartamenti, ma anche locali e spazi condominiali trasformati in presunti circoli ricreativi, depositi o laboratori dello spaccio in maniera da poter fruttare guadagni.
Meccanismi che alimentano un business economico e un clima di assoggettamento e omertà rispetto ad un sistema garantito dalla presenza di soggetti vicini ai clan che si sospetta possano avere un ruolo di regia nelle assegnazioni di strutture e spazi pubblici. Circostanza, peraltro, già emersa in diverse indagini Antimafia e raccontata da numerosi collaboratori di giustizia.
Scantinati convertiti in nascondigli ad uso e consumo dei clan; attici attrezzati a dehors con maxischermo e vasche idromassaggio per picciotti e affiliati; porticati murati e trasformati in civile abitazione con allacci luce e acqua abusivi e bollette del gas attivate via web con falsi documenti. Poi ci sono le stanze condominiali a piano terra convertite in microbirrerie, wine bar e circoli ricreativi; chioschi e baracche costruiti in una notte neli atrii condominiali, utilizzati come laboratorio per la preparazione delle dosi da spaccio.
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