LA CITTà CHE (NON) CI PIACE

Bari, il Libertà, un quartiere sotto schiaffo della delinquenza: «Abbiamo paura, urgono maggiori controlli»

Davide Lattanzi

La denuncia dei residenti: «Prima della riqualificazione, sia dia impulso a nuove attività»

BARI - «Chiediamo un presidio delle forze dell’ordine: non ci sentiamo al sicuro». I residenti del quartiere Libertà hanno paura: al calar della sera, si moltiplicano le aggressioni, i tentativi di scippo, la circolazione di persone moleste.

Una situazione che si è notevolmente aggravata con le giornate più «corte»: già dalle 18 il volto del quartiere cambia e molti sono gli esercenti che sempre più spesso accorciano gli orari di chiusura. Gli abitanti della zona implorano una soluzione e auspicano un confronto con l’amministrazione comunale.

La zona critica L’area che più desta inquietudine tra i residenti è attorno alla piazza del Redentore. Il tempo ha trasformato un’area che anni fa pullulava di vita, con negozi storici e attività che contavano su una clientela radicata. Oggi, invece, da via Manzoni a via Crisanzio, da corso Italia a via Speranza e piazza della Disfida di Barletta, dominano le saracinesche abbassate. Troppi gli esercenti che hanno chiuso lasciando i locali vuoti e sfitti. Poche luci, limitata la circolazione delle persone che, in un tale scenario, diventano «bersagli facili» dei molestatori. Dalle 19 in poi, spesso l’unico esercizio aperto resta l’enoteca gourmet «B 89»: uno dei pochi presidi che infondono una certa sicurezza.

Una «banda» di giovani «Il problema non è nuovo», spiega Letizia Liberatore, presidente del comitato di quartiere «Cittadini attivi del Libertà». «I residenti hanno individuato una sorta di combriccola composta da ragazzi: alcuni avranno 18-19 anni, altri appena 13-14. Il distributore di bevande e snack aperto h24 ha aggravato la situazione perché pare che sia diventato una specie di “covo” nel quale questi giovani si fermano nelle giornate fredde. Un po’ tutti hanno presente chi siano, non capisco perché possano ancora agire indisturbati». E se nel periodo di Halloween gli atti di vandalismo quasi si confondevano con gli scherzi (lanci di uova o farina), adesso minacce ai passanti, richieste di denaro e autentici tentativi di scippo stanno diventando quasi una costante».

«Prima nuove attività, poi la riqualificazione» «Si parla tanto dei nuovi progetti legati al quartiere - spiega ancora Letizia Libertatore -, ma prima della riqualificazione di via Manzoni, solo per citare l’esempio più eclatante, servirebbe un nuovo impulso ad un rione che si è impoverito. Apprezzo l’apertura al dialogo dell’amministrazione comunale, ma bisognerebbe trovare il modo di incoraggiare l’imprenditoria per nuove aperture che diano vita alla zona. Per una donna che lavora in un altro quartiere, ad esempio, non è pensabile rincasare da sola la sera: quasi tutte siamo costrette ad utilizzare l’auto privata proprio perché temiamo di prendere i mezzi o circolare a piedi. Ci sono interi isolati ormai deserti che vanno ripopolati. Altrimenti, gli interventi promessi rischiano di restare fini a se stessi. Nelle more di un ripensamento globale del Libertà, chiediamo almeno due garanzie. Ovvero, una presenza decisamente maggiore delle forze dell’ordine nelle zone più delicate, nonché la celere realizzazione della stazione dei Carabinieri nell’ex manifattura di Tabacchi: una presenza che attendiamo da molto. Il Libertà è rappresenta una parte unica e speciale della città: non deve essere dimenticato».

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