Il ritratto
Chi sono i fratelli Giuseppe e Michele De Scala, gli ex ladri di appartamenti che hanno messo su la truffa da 17 milioni ai bonus edilizi
L'intercettazione: «Il lunedì mattina devo caricare 80 carte con 200mila euro, in un mese mi esce un milione»
BARI - «Il lunedì mattina devo caricare 80 carte con 200mila euro, in un mese mi esce un milione». Parlava così al telefono Giuseppe De Scala, 47 anni, di Bari, l’imprenditore edile ritenuto la mente della maxitruffa al Bonus facciate che oggi 28 gennaio ha portato De Scala in carcere e ai domiciliari altre sei persone tra cui i genitori e il fratello dell’uomo.
Giuseppe De Scala, figlio d’arte, è un ex ladro di appartamenti che si è riscoperto imprenditore. Nel suo casellario penale ci sono sette condanne per furto tentato o consumato in abitazioni oltre che per ricettazione, ma anche per reati sociatari, oltre che per lesioni ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Anche il fratello Michele ha condanne per furto e ricettazione, risalenti fino al 2019.
L’inchiesta è nata quando Giuseppe e Michele De Scala il 26 settembre 2021 sono stati fermati dai carabinieri a Palo del Colle. Avevano decine di carte di credito intestate a terzi, migliaia di euro in contanti e fogli contenenti le password di accesso ai conti correnti. All’interno del cellulare, i militari hanno trovato foto di mazzette di denaro per centinaia di migliaia di euro. Da qui sono partiti i controlli che, tramite l’Unità di informazione finanziaria di Banca d’Italia, hanno fatto emergere l’esistenza di numerosissime Sos («Segnalazioni per operazioni sospette»). Erano, appunto, i trasferimenti di denaro tra i conti correnti delle società di cui erano intestatari anche i genitori dei De Scala. Alla base di questo meccanismo – dice la Procura di Bari – ci sarebbe la truffa che in appena quattro mesi del 2021 ha consentito di costruire crediti fiscali relativi al «bonus facciate» per oltre 17 milioni, di cui oltre 13 già monetizzati. Un sistema in cui decine di persone si sarebbero prestate a richiedere, tramite Poste, quote di rimborso relative a lavori edilizi in realtà mai effettuati.