il racconto
Bari, lo sballo «facile» degli adolescenti: nei locali i minori hanno libero accesso all'alcool
Viaggio nella movida dei ragazzini, sempre più alla ricerca dell’eccesso, mentre gestori e commercianti quasi mai chiedono i documenti per assicurarsi dell’età
BARI - Un bicchiere di gin tonic stretto tra le mani e la carta di identità ben stipata a casa. Tanto non serve. Quindici anni e la certezza di poter «acquistare» lo sballo a pochi euro. È così in alcuni locali di Bari vecchia, a Poggiofranco ma anche in molte enoteche e supermercati della città. Dove le cassiere spesso tengono gli occhi fissi sul registratore di cassa mentre il ragazzino audace riesce a farla franca. «Non abbiamo alcuna difficoltà ad acquistare l’alcol» racconta Francesco (nome di fantasia per garantire l’anonimato). Ha raggiunto il gruppo di amici su corso Vittorio Emanuele pronto ad un sabato come tanti. Stasera niente discoteca: si resta in giro per il centro. Le ragazze arriveranno più tardi e inseguiranno insieme l’obiettivo: tornare a casa sbronzi. «Bevo solo il sabato - spiega - La prima volta è stato un anno fa. In primo superiore. Un mio amico mi ha passato il bicchiere. Credo fosse vodka. Se devo dirla tutta a me non piace neanche. Però sai… in compagnia è divertente». E così la serata trascorre tra un bicchiere e un altro seduti in un locale dove nessuno fa domande.
«C’è una mia amica che ha iniziato a bere a tredici anni. Anche a casa. Quel che c’era: vino, birre, amari. Poi ha iniziato ad andare in discoteca e lì gira di tutto. Bevevamo cinque, sei cocktail più diverse birre. Lei era la più simpatica del gruppo. Pronta a scherzare con tutti. Poi ha cominciato ad isolarsi. Non l’ho vista per tanto tempo. A scuola si assentava spesso e ha cominciato ad evitarci. Abbiamo saputo che i suoi genitori si sono accorti che beveva. Ora non esce più con noi». Alcol facile da reperire - quindi - che a volte diventa l’inizio dell’inferno.