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Bari, da piazza Moro all’Umbertino: sono sei le «zone rosse» da tutelare
Il centrodestra sollecita la creazione delle «aree sensibili» per il continuo verificarsi di episodi criminali. Il sindaco: il prefetto di Bari saprà valutarne l'opportunità
BARI - Una mappa con sei aree ritenute «altamente sensibili» per il continuo verificarsi di episodi criminali. E dalle quali tenere a debita distanza e allontanare soggetti pericolosi e con precedenti penali.
Il centrodestra al Comune di Bari invoca l’istituzione in città delle cosiddette «zone rosse», il nuovo strumento indicato dal ministro all’Interno Piantedosi con una circolare di dicembre scorso che permette ai prefetti di individuare con apposite ordinanze aree urbane particolarmente difficili perché caratterizzate da fenomeni di criminalità diffusa e situazioni di degrado. Si pensi alle stazioni ferroviarie e alle aree limitrofe, alle «piazze dello spaccio» o alle zone della movida, quelle ad alta concentrazione di persone e attività commerciali e dove si registrano spesso episodi di microcriminalità, violenza, vandalismo, abuso di alcol e degrado.
La proposta E così tutti i consiglieri comunali di centrodestra hanno preparato un documento da inviare al prefetto di Bari Francesco Russo nel quale elencano le aree da colorare in «rosso»: piazza Moro-stazione centrale, piazza Umberto, il quartiere Umbertino, piazza del Ferrarese, corso Vittorio Emanuele e il Punto X in via Posca a Poggiofranco, ormai gettonato luogo di ritrovo dei giovanissimi soprattutto durante il fine settimana. «Al prefetto, verso il quale siamo grati per la sua costante operosità, vogliamo offrire un nostro contributo per rendere più sicura la città», ripetono i consiglieri Fabio Romito, Giuseppe Carrieri (Forza Italia), Antonio Ciaula (Fratelli d’Italia) e Carlo Patruno (Romito Sindaco).
E per spiegare la necessità di «zone rosse» a tinte baresi il centrodestra elenca dei dati. «In base a recenti sondaggi e inchieste giornalistiche, Bari è 33ª in Europa e 5ª in Italia per percezione di insicurezza. Un dato raccolto non solo tra i residenti, ma anche tra turisti e visitatori» spiega Ciaula. «Con la nostra proposta non vogliamo discriminare nessuno, ma solo tutelare le persone perbene che hanno diritto a riappropriarsi degli spazi pubblici in totale sicurezza», spiega il consigliere Patruno. «Questa possibilità data dal ministro Piantedosi dimostra che le ordinanze, quelle che senza distinzione spazzano via tutto e tutti, come quella dell’Umbertino, non servono a nulla», chiosa il coordinatore delle opposizioni Romito. «Basta seguire l’esempio di altre città, come hanno già fatto i prefetti di Milano, Roma e Napoli», ricorda Carrieri.
La posizione del sindaco Non manca la risposta del sindaco Vito Leccese: «L’istituzione delle cosiddette “zone rosse” è di competenza prefettizia. È noto che il ministro degli Interni ha recentemente invitato i Prefetti italiani a valutare l’adozione di tali provvedimenti caso per caso e sulla base di una specifica analisi territoriale. Ferma restando la natura prefettizia di tali provvedimenti, il Comune di Bari ha sempre assicurato la massima collaborazione con le autorità di governo nel monitoraggio di tutti i fenomeni che rischiano di determinare anche una percezione di insicurezza». «Posso dire - partecipando costantemente ai comitati per l’ordine e la sicurezza - che il prefetto di Bari e tutte le forze dell’ordine sono impegnati in un lavoro costante di osservazione e di intervento. E dunque nessuno meglio del prefetto di Bari saprà valutarne l’opportunità. Il Comune per parte sua – sottolinea Leccese - è impegnato da anni in un’opera di miglioramento dello spazio pubblico e nella prevenzione e nella presa in carico delle situazioni di disagio e di fragilità».
Il caso mozione pro Palestina Intanto, restano le polemiche sotterranee sull’ok unanime arrivato giovedì all’ordine del giorno pro Palestina e il suo diritto a uno Stato, presentato dai consiglieri di centrosinistra Francesca Bottalico (Bari Bene Comune) e Italo Carelli (M5S). L’Aula ha detto sì con 26 voti favorevoli e tra questi ci sono anche i tre dei consiglieri di centrodestra Pino Viggiano (FdI) e dei due civici di Romito Sindaco, Carlo Patruno e Valeria Amoruso. L’unico dei presenti a non esprimersi sul punto, Carrieri (FI) che al momento del voto ha deciso di non partecipare. Un centrodestra andato in ordine sparso nonostante la polemica della scorsa estate, quando da più parti, in primis Fratelli d’Italia, fu chiesto al sindaco Leccese di esporre anche la bandiera di Israele sulla facciata del Comune, dopo l’esposizione di quella della Palestina. «Lo farò quando cesserà il fuoco», la risposta del primo cittadino. E ieri mattina il caso della mozione non è passato di certo inosservato con una certa irritazione da parte di alcuni esponenti di centrodestra non presenti alla seduta di Consiglio di lunedì.