Sabato 06 Settembre 2025 | 14:55

Neonato morto a Bari, i dubbi sulla culla per la vita di Poggiofranco: un guasto venti giorni fa?

 
isabella maselli

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isabella maselli

Bari, i dubbi sulla culla per la vita di Poggiofranco: un guasto alla culla venti giorni fa?

I tecnici saranno chiamati a capire se l’eventuale malfunzionamento sia in qualche modo collegato ad un blackout elettrico che, il 14 dicembre, ha interessato anche la rete della chiesa

Sabato 04 Gennaio 2025, 09:00

18:14

BARI - L’ultimo intervento tecnico alla culla termica della chiesa di San Giovanni Battista nel quartiere Poggiofranco dove giovedì mattina è stato trovato morto un neonato risale a metà dicembre. Un malfunzionamento, non il solo, al dispositivo installato lì per «salvare» bambini abbandonati e che, invece, due giorni fa ha avvolto un corpicino senza vita di poche settimane, forse non più di due.

L’INDAGINE Le indagini della Procura di Bari sulla morte del bambino stanno scandagliando ogni aspetto: dall’abbandono - nella ipotesi che il neonato sia stato lasciato lì già senza vita - al malfunzionamento della culletta, sottoposta a sequestro probatorio. Il fascicolo, coordinato dal procuratore aggiunto Ciro Angelillis con la pm Angela Maria Morea, è al momento ancora a carico di ignoti con l’ipotesi di reato di abbandono di minore seguito da morte. Al vaglio degli investigatori della Squadra Mobile cui sono delegati gli accertamenti ci sono le immagini estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza della zona (quella della culla non si è attivata e sulla porta della saletta dove è posizionato il dispositivo non c’è), le dichiarazioni di testimoni (i parrocchiani, coloro che hanno trovato il corpo del bambino e anche i tecnici della manutenzione). I video potrebbero aiutare a ricostruire i tempi, cioè l’ora esatta in un il bambino è stato lasciato, per poi calcolare quanto è rimasto lì al freddo prima del ritrovamento.
Risposte decisive, però, arriveranno dall’autopsia. Ieri la Procura aveva previsto di conferire l’incarico al medico legale del Policlinico Biagio Solarino ma poi ha deciso di rinviare, probabilmente alla prossima settimana, in attesa dell’esito di altre verifiche che dovranno chiarire alcuni aspetti necessari a formulare i quesiti da sottoporre al medico.

Tra gli accertamenti che saranno disposti ed eseguiti con urgenza c’è anche l’analisi del contenuto del telefono a cui è collegata la culletta termica, quello del parroco don Antonio Ruccia. Le verifiche tecniche, infatti, riguardano la culla termica ma anche il sistema di allarme che non sarebbe scattato. Il dispositivo di norma si attiva quando rileva un peso (come un neonato) o un movimento grazie ad alcuni sensori. Quindi inizia a riscaldarsi e manda un segnale ai dispositivi collegati: in questo caso al telefono di don Antonio. Segnale che, ha spiegato il sacerdote, non è mai arrivato. Del resto quando il personale sanitario del 118 è arrivato in chiesa, intorno alle 10, non potendo fare altro che constatare il decesso del piccolo, la culla era fredda, spenta. Qualcosa non ha funzionato. Alla Procura toccherà chiarire cosa e se qualcuno ne abbia la responsabilità. Sempre ammesso, è ovvio, che si accerti che il bambino sia stato lasciato lì ancora vivo. Cioè che la mamma o la persona che ha deciso di abbandonarlo, abbia scelto quel luogo «protetto» proprio per salvarlo, per dargli un futuro.

I tecnici saranno chiamati a capire anche se l’eventuale malfunzionamento sia in qualche modo collegato ad un blackout elettrico che circa venti giorni fa, il 14 dicembre, ha interessato alcune utenze del quartiere e anche la rete della chiesa. Da allora non sono stati fatti altri lavori e l’erogazione è stata sempre regolare. A riferire la circostanza del blackout mettendola in correlazione con un possibile malfunzionamento della culla è stato don Marco Simone, che in questi giorni è al lavoro nella chiesa di San Giovanni Battista perché il parroco è a Roma. «Siamo stati senza corrente. L’Enel ha cercato di rimediare, di riparare il guasto in quel momento perché arrivavano le festività natalizie. Ci hanno detto che sarebbero ritornati» ha dichiarato. Don Marco era in parrocchia al momento del ritrovamento. «Avevo finito di celebrare un rito funebre e ho notato il trambusto - racconta - mi sono avvicinato e ho visto il bimbo avvolto in una coperta e portato via. Sono dispiaciuto perché altre volte quella culla ha salvato bambini. Non è stato così questa volta e questo ci lascia perplessi e addolorati. Non avremmo mai voluto che si verificasse una tragedia del genere».

Neonato morto a Bari, inquirenti potrebbero sentire il parroco

Saranno nominati nelle prossime ore i consulenti che si occuperanno degli accertamenti tecnici disposti dalla Procura di Bari sulla culla termica in cui giovedì 2 gennaio è stato trovato il corpo senza vita di un neonato di poco più di un mese. La culla si trova in una stanza accanto alla chiesa San Giovanni Battista, e gli inquirenti potrebbero sentire anche il parroco don Antonio Ruccia, che era a Roma il giorno in cui è stato trovato il cadavere del neonato. È stato il sacerdote a riferire di non aver ricevuto chiamate sul suo cellulare. La culla infatti è dotata di un sistema che fa partire una chiamata non appena registra un peso sul materassino, come successo nel 2020 e due anni fa quando furono lasciati altri due neonati. E’ possibile che siano analizzati anche i tabulati telefonici del parroco.

Indagini saranno svolte anche sulla fornitura elettrica che alimenta la stanza in cui si trova la culla termica (già entrambi sequestrati), anche per verificare se abbiano subito conseguenze dal black out di cui ha parlato don Marco Simone, il sacerdote che ha sostituto nei giorni scorsi don Antonio Ruccia.

Secondo quanto appreso, l’interruzione di elettricità risale al 14 dicembre scorso e ha riguardato la zona in cui si trova la culla termica della parrocchia, ma i tecnici dell’Enel sono intervenuti nel giro di poco tempo spostando su un’altra linea l'alimentazione e risolvendo il guasto.

Finora sono stati sentiti dagli investigatori della squadra mobile alcuni parrocchiani e persone che si sono occupate della manutenzione della culla. Al momento la procura indaga per abbandono di minore con l’aggravante della conseguente morte, ma è possibile che questa ipotesi di reato cambi nel momento in cui sarà affidato l’incarico per l’autopsia e, come atto dovuto, potrebbero essere iscritti i primi nomi nel registro degli indagati.

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