Il caso
Ricorsi per migliaia di euro contro false multe: a Bari reati prescritti, coniugi prosciolti dopo 8 anni
Erano accusati di aver truffato diversi automobilisti con false cartelle esattoriale per sanzioni relative a violazioni al codice della strada, proponendo loro ricorsi in cambio del pagamento del 20-30% su ciascuna cartella
BARI - Erano accusati di aver truffato diversi automobilisti con false cartelle esattoriale per sanzioni relative a violazioni al codice della strada, proponendo loro ricorsi in cambio del pagamento del 20-30% su ciascuna cartella. Ricorsi che, in tutti i casi, avrebbero esiti positivi, fasulli come le sanzioni e le relative cartelle esattoriali. Se il raggiro sia mai stato davvero realizzato non sarà un processo ad accertarlo. Dai fatti contestati sono trascorsi otto anni e i reati sono ormai prescritti. Il Tribunale di Bari, quindi, non ha potuto fare altro che prosciogliere gli imputati, marito e moglie baresi di 49 e 48 anni, Roberto Di Gioia e Giovanna Callea, accusati di truffa e falso.
L'indagine era partita da una segnalazione della Prefettura di Roma, insospettita da diverse cartelle esattoriali emesse dalla società Gerit spa, risultata inesistente, per le quali erano giunte istanze di annullamento di sanzioni per violazioni al codice della strada, anche queste non presenti negli archivi della Polizia di Stato. Tra i documenti falsificati c’erano sentenze del Giudice di Pace, lettere di diverse Prefetture, attestazioni di deposito da parte della Polizia.
Il piano ordito dai presunti truffatori era il seguente: una volta create false cartelle esattoriali, recanti cifre esageratamente esose, dai 1.500 ai 6mila euro, queste venivano inviate a soci di due associazioni baresi, la «Nuova Aura» e la «Arua con Puglia Due», riconducibili ai coniugi Di Gioia, così da indurre le vittime a rivolgersi a loro per ottenere assistenza nella presentazione del ricorso alle contestazioni - false - emesse nei loro confronti, promettendo un esito positivo dietro il pagamento, anticipato, tra i 400 e i 1.500 euro per ciascuna pratica.
I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra maggio e luglio 2016. Almeno sei le vittime accertate, una costituita parte civile nel processo. Il dibattimento è iniziato ad aprile 2022. Quattro dei sei automobilisti truffati sono stati sentiti in udienza, altri testimoni hanno riferito circostanze apprese da terzi, mai citati come testi. A seguito del rigetto della richiesta di ascoltarli da parte del difensore degli imputati, l’avvocato Libio Spadaro, sono stati eccepiti l’inutilizzabilità della deposizione principale e il computo del termine prescrizionale. Secondo il Tribunale, comunque, non sono emersi «elementi che inducano verso una sentenza assolutoria, anzi, al contrario, - si legge nella sentenza - emergono elementi sufficienti a ritenere fondata l’accusa». Tuttavia i reati sono prescritti e di conseguenza gli imputati vanno prosciolti. [isa.mas.]