CORATO - Sabato scorso, presso l’Istituto di medicina legale del Policlinico di Bari, è stata effettuata l’autopsia sul corpo di Nicola Manzi, il 50enne deceduto a seguito di una sparatoria avvenuta nel tardo pomeriggio di lunedì 16 dicembre in via Nicola Salvi, a Corato.
L’esame, condotto dal professor Antonio De Donno, ha stabilito che Manzi è stato colpito da un proiettile all’addome. Tuttavia, i risultati ufficiali dell’autopsia non sono ancora stati divulgati e il medico legale ha a disposizione 60 giorni per elaborare il referto definitivo, basandosi anche sugli esami istologici effettuati. I funerali di Nicola Manzi, previsti inizialmente nella chiesa di San Gerardo, si sono svolti ieri, in forma molto privata, su ordine del Questore, nella chiesa del Cimitero di Corato con pochi parenti e la presenza, discreta ma evidente, delle forze dell’ordine, intervenute per evitare eventuali tensioni.
La vicenda, che ha scosso profondamente il paese, si è consumata in un contesto di conflitti familiari. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Nicola Manzi e suo fratello Michele, di 41 anni, sono stati coinvolti in una lite con tre familiari: Nicola Pilato, 52 anni, e i suoi figli Savino, di 22, e Gabriele, di 18. La discussione sarebbe degenerata rapidamente in uno scontro armato. Durante la sparatoria, Nicola Manzi è rimasto ucciso, mentre Michele è stato ferito. Proprio le condizioni di quest’ultimo, sottoposto ad un intervento di urgenza al rene colpito nello scontro a fuoco, al Di Venere di Bari, seppur leggermente, sembrano migliorare anche se la sua prognosi rimane riservata.
Il gip del Tribunale di Trani, Domenico Zeno, ha convalidato i fermi dei tre Pilato, difesi dall’avvocato Giovan Battista Pavone, ritenuti i presunti responsabili dell’omicidio di Nicola Manzi e del tentato omicidio di Michele. Nicola Pilato e il figlio maggiore Savino, hanno risposto alle domande del giudice durante l’interrogatorio di convalida, fornendo la loro versione dei fatti e sostenendo di aver agito per legittima difesa.
Il più giovane, Gabriele, si è invece avvalso della facoltà di non rispondere. Per tutti e tre è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Nell’inchiesta figura anche la moglie della vittima, Marianna Balducci, di 48 anni, sottoposta a fermo con l’accusa di tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco.
Secondo le prime ricostruzioni, la donna avrebbe cercato di colpire i sicari in fuga utilizzando la pistola del marito. Tuttavia, il gip non ha convalidato il fermo nei suoi confronti, ritenendo insussistente il pericolo di fuga. Marianna Balducci si trova ora agli arresti domiciliari con obbligo di indossare il braccialetto elettronico per monitorare i suoi spostamenti. Durante l’interrogatorio, la donna ha riferito di contrasti familiari pregressi tra il marito e i tre indagati. I tre Pilato, rispettivamente cognato e nipoti della vittima, sono accusati a vario titolo di omicidio, tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco.
Nella loro versione, fornita al giudice, i due uomini avrebbero dichiarato che l’episodio è scaturito da una minaccia da parte di Michele Manzi, che avrebbe tentato di uccidere Nicola Pilato. I Pilato avrebbero riferito di essere in procinto di andare a caccia di cinghiali quando si sono fermati nei pressi dell’abitazione della vittima. Sarebbe stato allora che la situazione è degenerata in uno scontro armato, durante il quale Gabriele Pilato avrebbe premuto il grilletto, uccidendo lo zio e ferendo il fratello di quest’ultimo. Le indagini, coordinate dalla Procura di Trani, proseguono per chiarire la dinamica dei fatti e accertare le responsabilità dei coinvolti.