la città che (non) ci piace
Crisi, buio e negozi chiusi: il declino di via Manzoni, la storica strada pedonalizzata nel 2025
Rappresentava il cuore più genuino del commercio barese, Oggi invece sembra dimenticata: poco sicura, buia, priva della sua anima storica
BARI - La chiamavano la via Sparano «dei poveri». E non era affatto un’accezione negativa. Oggi, invece, appare in pieno declino: poco sicura, buia, priva della sua anima storica.
Via Manzoni rappresentava il cuore più genuino del commercio barese, dove magari si acquistava al prezzo conveniente rispetto alle vie del lusso nel murattiano. Una strada in cui l’imprenditoria e l’inventiva cittadina si sbizzarriva in mille proposte eterogenee, ma allo stesso tempo in perfetto equilibrio tra loro. Senza bisogno del marchio di lusso, si alternavano i piccoli negozi d’abbigliamento agli artigiani, ai punti vendita specializzati in alcuni alimenti, alle colorate vetrine con i prodotti di cancelleria. Una strada viva, allegra, sempre al passo con le stagioni. Un contesto opposto a quello spento e quasi apatico di un’attualità scandita dalle saracinesche abbassate, dai locali vuoti in vendita o in affitto, da un’utenza scarna che la percorre a passo svelto tra luminarie minimali che quasi fanno dimenticare l’attesa per il Natale ormai alle porte.
Il progetto sulla pedonalizzazione Il suo volto nuovo rappresenta una delle più ardite scommesse dell’amministrazione comunale per il 2025: la «summa» del programma del nuovo corso del governo cittadino per un investimento di quasi sette milioni (derivanti da due delibere) finanziati con fondi Pnrr destinati alla rigenerazione urbana, rispettivamente dell’importo di 2,475 milioni e 4,332 milioni.
Ovvero, zone più vivibili, scandite dalla mobilità sostenibile, dal respiro europeo e dalla connotazione ecologica. Settecentocinquanta metri della strada saranno completamente ripensati in tale chiave, con lo smantellamento dei marciapiedi e dell’asfalto esistente ed un unico piano calpestabile che nel primo tratto vedrà il ripristino della chianca storica, mentre la arte seguente giocherà tra tradizione e modernità. Prevista anche una nuova illuminazione pubblica, filodiffusione, videosorveglianza, una vegetazione ad alto fusto e a chioma alta. Soltanto due saranno le aree aperte al traffico (con la disciplina della «zona 30»): tra via Calefati e via Principe Amedeo, nonché tra via Crisanzio e corso Italia, così come sarà possibile parcheggiare soltanto negli ultimi due isolati della strada. Una «rivoluzione», appunto. Il progetto dovrebbe partire già verso fine gennaio, cominciando dai primi isolati per poi scorrere gradualmente verso corso Italia. Ma i tempi potrebbero slittare di un paio di mesi. Ad ogni modo, il dado è tratto: sul nuovo concetto non si tornerà indietro.
Numeri da «brivido» La passeggiata su entrambi i lati di via Manzoni è emblematica: sono addirittura 57 le saracinesche abbassate in piena mattinata, ad appena una settimana dal Natale. Alcuni esercizi sono in completo abbandono da anni, altri si sono arresi più recentemente, ma l’impressione di una zona completamente svuotata è evidente. Almeno una decina sono le attività in vendita o in affitto, peraltro a condizioni decisamente più convenienti rispetto a quelle del murattiano.
Sembra risentirne anche il mercato immobiliare: rispetto ad altre zone della città, sono di più le insegne con gli «affittasi» o «vendesi», eppure molti appartamenti sono disponibili ormai da mesi senza trovare acquirenti o inquilini interessati.
Gli esercenti «storici» si contano ormai sulle dita di una sola mano: resistono alcuni negozi di abbigliamento, un paio di gioiellerie che poggiano su una clientela costruita nel tempo, sorprendentemente alto è la densità delle immobiliari, così come, soprattutto nel tratto finale verso corso Italia, si fanno largo attività etniche, gestite da stranieri. Nel complesso, però, si tratta di piccoli riferimenti in metri e metri di vuoto.
L’incognita parcheggi In un quadro già complesso, si insinua l’interrogativo allarmante sui parcheggi. La strada perderà oltre 140 stalli con l’avvio dei lavori: posti auto che si proverà a recuperare almeno in parte tramite una trattativa avviata con Rfi inerente la zona di corso Italia. Ma è soltanto una componente di un contesto che necessita di un rilancio ad ampio respiro. Per riportare via Manzoni ai fasti di un tempo.