In Valle d’Itria è emergenza per la presenza sempre più crescente dei lupi che mettono a rischio gli allevamenti e costituiscono un serio problema anche per il turismo. A Locorotondo la convocazione di un incontro urgente. All’appello hanno risposto i sindaci e i rappresentanti istituzionali dei comuni di Locorotondo, Alberobello, Cisternino e Martina Franca, riuniti per discutere le possibili soluzioni a questa complessa problematica.
Gli attacchi ai capi di bestiame si sono intensificati, causando notevoli perdite economiche agli allevatori e generando preoccupazione diffusa. La necessità di trovare una soluzione condivisa e sostenibile è diventata sempre più pressante.
Secondo l’assessore regionale all’agricoltura, Donato Pentassuglia, «il fenomeno è preoccupante e non ci si può limitare a leggere il dato delle denunce. Perché il lupo attacca anche animali presenti nelle proprietà private e degli hobbisti che ne detengono per il consumo familiare e per i quali non è previsto alcun ristoro. All’incontro di Locorotondo erano presenti anche coloro che gestiscono strutture ricettive, perché la presenza dei lupi rischia di scoraggiare i visitatori e i turisti, oltre a tutta quella fetta di camminatori che frequentano sempre di più i vari percorsi pedonali. Il territorio della Valle d’Itria, infatti, è attraversato da diversi cammini, tra questi c’è la ciclovia dell’acquedotto, la rotta dei due mari, il cammino materano.
Le perdite economiche causate dagli attacchi dei lupi sono ingenti e rischiano di mettere in crisi un settore già fragile. Molti allevatori si sentono soli e abbandonati, chiedendo misure concrete per tutelare le loro attività e garantire la sicurezza dei loro animali.
La presenza del lupo, specie protetta a livello europeo, è un segnale della buona salute degli ecosistemi. Tuttavia, il suo ripopolamento sta mettendo a dura prova la convivenza con le attività umane, in particolare l’allevamento. Gli attacchi ai capi di bestiame, sempre più frequenti, stanno mettendo in ginocchio molte aziende agricole.
L’obiettivo è quello di trovare soluzioni condivise per gestire la presenza dei lupi e mitigare i conflitti con le attività umane. Non solo, perché la zona è caratterizzata anche dalla presenza di cinghiali, che fanno danni di ogni tipo alle colture. I cinghiali hanno una grande capacità di adattamento all’ambiente. Mangiano le radici del sottobosco e dunque contribuiscono a danneggiare la flora locale, addirittura distruggono le colture di arance nella zona di Castellaneta e ora hanno persino imparato a togliere la buccia.