L'episodio
Molfetta, branco di cinghiali si spinge a due passi dal centro abitato e fa «visita» a un'azienda agricola
L'imprenditore si è ritrovato circondato da una decina di esemplari: «Ad impedire l’ingresso del branco nella mia proprietà e nelle serre della mia azienda sono state le recinzioni, senza sarebbe potuto succedere l’irreparabile»
MOLFETTA - Branchi di cinghiali si spingono sempre più verso i centri urbani. Un nuovo avvistamento ed un nuovo incontro ravvicinato con l’uomo si è verificato a 5 km dal centro abitato di Molfetta, in Contrada Chiancara sulla provinciale 56 che collega Molfetta a Ruvo di Puglia. Seppure, a dire di coloro i quali li hanno avvistati, sembravano specie innocue, il rischio permane e diventa maggiore, soprattutto nelle ore notturne, per gli automobilisti che percorrono quelle strade.
«Come ogni giorno - ha affermato il titolare di un’azienda floricola situata in Contrada Chiancara vistosi circondare da circa una decina di cinghiali - ero nella mia azienda dove trascorro buona parte della mia giornata, intento nel lavoro quotidiano. Soltanto l’abbaiare dei cani ha richiamato la mia attenzione e di coloro che erano con me in quel momento. Nell’arco di qualche minuto ci siamo resi conto di essere circondati da una decina di cinghiali. Ad impedire l’ingresso del branco nella mia proprietà e nelle serre della mia azienda sono state le recinzioni, senza sarebbe potuto succedere l’irreparabile. La mia è una famiglia di agricoltori - ha proseguito l’imprenditore - e dunque sapevo bene come difendermi e respingere il pericolo, ma la situazione, adesso, è divenuta insostenibile». L’imprenditore molfettese, più che temere per la propria incolumità (visto che nell’occasione il branco si è rivelato innocuo) ha mostrato preoccupazione per le coltivazioni floricole. «I cinghiali fin qui non si erano mai spinti - ha proseguito - qui intorno vi sono zone abitate tutto l’anno. È giunta l’ora che la Regione Puglia trovi la soluzione ed inizi ad assumersi le proprie responsabilità».
Lo stesso imprenditore molfettese ha riferito di aver informato nei mesi scorsi anche l’assessore regionale all’agricoltura Donato Pentassuglia del continuo rischio legato ai cinghiali, senza aver ricevuto risposte soddisfacenti. «Confrontandomi con i miei colleghi floricoltori - ha ribadito il signor Binetti - il vero timore è legato alla presenza di queste specie selvatiche lungo le strade statali e provinciali che attraversano l’agro e che per la nostra attività siamo costretti a percorrere. Soprattutto al calare del sole, il rischio incidenti causato da branchi di cinghiali è elevatissimo».
Tante le cause che stanno portando i cinghiali ad avvicinarsi sempre più ai centri abitati. Dopo la ripopolazione della specie favorita dalla Regione Puglia, è in aumento il fenomeno del bracconaggio. «Se non si deciderà di dare un taglio a questo fenomeno - aveva affermato qualche mese fa il referente Wwf e Lac Puglia Pasquale Salvemini citando altri episodi - sarà impossibile mettere un freno. Posso già dire che le presenze aumenteranno perché fa parte della loro natura. È chiaro che l’habitat naturale dei cinghiali è la Murgia ed è proprio li che quotidianamente si consumano sconsiderate uccisioni di cinghiali. In assenza di cibo e per sfuggire al pericolo le specie selvatiche si riversano nei pressi de centri abitati. Ecco spiegati i continui avvistamenti di cinghiali che, in condizioni normali non sono specie pericolose per l’uomo, sebbene tutto questo cambia nel momento in cui si sentono in pericolo».